Serata di assaggio dei vini, appena arrivati, dell'Institut Agricole Regional di Aosta.
Dell'istituto e delle sue varie attività ho già parlato in un recente post di marzo.
Mi basterà ricordare che, quasi unico nel panorama italiano, l'istituto è contemporaneamente scuola agraria, azienda agricola, svolge numerosi corsi di formazione professionale, ed è un laboratorio di sperimentazione su diversi fronti, frutticoltura, zootecnia, viticoltura-enologia, attraverso il quale l'istituto ha riscoperto numeri vitigni 'dimenticati' sul territorio e grazie alla tecnica delle micro vinificazioni ha rimesso in produzione vini estremamente interessanti.
Mi è già capitato di parlarvi di un entusiasmante Blanc du Priore, da uve grenache vinificate in bianco con leggera macerazione sulle bucce.
Ora è la volta di altri de interessanti vini dell'istituto.
Si tratta del Petit Rouge e del Petite Arvine.
Partiamo da quest'ultimo che è indubbiamente il più 'semplice' e meno pretenzioso.
I sui profumi approcciano con delicatezza e ricercatezza un bouquet di fiori bianchi, cedro e pesca bianca.
In bocca ha una discreta struttura su una profonda spalla acida e un finale di medio livello.
Adatto al consumo quotidiano in abbinamento ad una infinità di piatti non troppo elaborati come minestre, zuppe e carni bianche.
La sua produzione è limitatissima se si pensa che la produzione è di circa 2.600 bottiglie.
Bene o male stessa zona di produzione, altitudine e suolo per il Petit Rouge.
Siamo di fronte ad un autoctono che in pochissimi producono.
Anche qui poche bottiglie (circa 4.600).
E' un rosso leggero, elegante, dal bouquet piacevolmente fruttuato, aromatico, con una prevalente di frutti di bosco e ciliegia.
Al palato è piacevole, fresco, piacevolmente tannico, succoso.
Praticamente il classico vino la cui bottiglia rischia di finire in un baleno.
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