Lorenzo Accomasso è volto storico della Langa in quel fortunato universo viticolo che prende il magico nome di Barolo.
E' stato tra i primi produttori ad indicare in etichetta i 'cru' o sottozone (Menzioni Geografiche Aggiuntive) ed è ancora ben presente nel panorama enologico delle Langhe, tanto da vincere il premio Fivi 2019, accordatogli dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
E' stato anche uno dei primi a vinificare in selezione attraversa potatura corta in un periodo enologico non certo di grande prestigio per l'enologia italiana e sto parlando dei primi anni '70.
50 anni e forse di più di lavoro in vigna ma ancora la stessa determinazione dei primi tempi.
E questa è la mia personale pura invidia per qualcuno che ama il proprio lavoro in maniera totale.
I suoi cru sono pezzi pregiati che sfidato il tempo, venduti ad un prezzo forse non proprio accessibile a tutti ma che rispecchia tutto il lavoro fatto in vigna e in cantina per produrre ogni singola bottiglia.
I suoi Barolo si fanno come nel passato e, forse proprio per questo, sono infinitamente moderni, come dei classici senza tempo.
Il vino invecchia mediamente un anno più di quanto previsto dal disciplinare, mentre per la produzione Accomasso privilegia le lunghe macerazione che portano all'estrazione massima del frutto.
Una cantina piccola, pochi pregiati ettari, vigne attentamente accudite, singola vite abituata a produrre pochi e selettivi grappoli.
Senza esagerare si può affermare che Accomasso rappresenta una delle anime del Barolo, il vino come pensi debba essere sempre fatto.
Il Barolo annata 2005 al naso è un concentrato di grinta e carattere che si sostanziano nella frutta nera sotto spirito, il pepe nero, note balsamiche e sentori terziari di medicinali con alcuni preludi eterei.
Al palato spicca il tannino ancora non domato ma giustamente integrato nella struttura del vino, un sorso potente ma al contempo succoso e piacevole, freschezza e struttura ancora intatti e una lunghezza da maratoneta keniota alle olimpiadi.
Da abbinare semplicemente con nulla, ovvero da degustare a fine pasto, rigorosamente con amici altamente selezionati e intensamente innamorati del Barolo.
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