La Brianza avrebbe una lunga storia enologica da raccontare.
I vini citati dal Manzoni e dal poeta dialettale milanese Carlo Porta escono in effetti dal passato remoto ed erano prodotti con vitigni autoctoni purtroppo oggi estinti (inzaga, corbera, guernazza, boutascera...).
Da una rilettura di Vino al Vino di Mario Soldati cito testuale: 'Viticolarmente la posizione geografica di tutta la Brianza è quanto di meglio si possa desiderare. Si alza e si affaccia sulla pianura padana, come un immenso spalto tra un ramo e l'altro del lago di Como.
Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume e le nebbie, che salgono dalla pianura padana e dai laghi, la sfiorano fruttuosamente: è chiaro ormai che il vino più delicato e più squisito deriva sempre da uve maturate al limite estremo delle condizioni climatiche e geoponiche necessarie alla vita. . ... Il Montevecchia può essere definito un vino da pasto affascinante ....e per un pasto normale durante un giorno lavorativo addirittura insuperabile'.
Purtroppo (oltre alla fillossera del 1880) la viticoltura della Brianza ha visto anni e decenni nei quali era preferibile edificare capannoni e case sui dolci pendii ben esposti al sole piuttosto che una faticosa e poco remunerativa coltivazione della vite.
A Montevecchia grazie alla costanza di alcuni contadini locali è sopravvissuta la cultura della vite anche se fino a non molti anni fa solo a livello di passione più che a livello commerciale e con l'utilizzo di vitigni internazionali.
Era il 1992 quando Giordano Crippa decise di acquistare un’antica cascina con il terreno annesso, entrambi in totale abbandono da decenni.
Dopo decenni di intenso lavoro La Costa è oggi una delle realtà più dinamiche e interessanti nel panorama enologico della Brianza.
Localizzata a Perego, in provincia di Lecco, con i suoi 12 ettari vitati di proprietà aziendale, sparsi sulle nervose colline brianzole, La Costa segue i dettami dell’agricoltura biologica.
La gestione di Giordano Crippa ha inaugurato la produzione con la vendemmia del 2000.
Il terroir e l'attenta selezione delle uve danno vita a vini profondamente territoriali, difficili da confondersi con altri vini prodotti non solo in Lombardia ma in tutta l'Italia, viste le sue particolarità.
San Giobbe è un 100% Pinot nero che matura in tini di rovere e in vasche di cemento.
Al naso alterna piacevoli note floreali (erbe officinali, viola) e fruttate (ribes e lampone), poi ancora humus, funghi e pietra bagnata.
Al palato ha giusta tannicità appena attenuata dalla sosta nei tini di rovere, un sorso nervoso e pieno con una persistenza che non ti aspetteresti di trovare in un vino della Brianza.
Un ottimo prodotto dell'amena Brianza.
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