Mi capita spesso di parlare di vino con amici e colleghi di lavoro, che conoscendo la mia passione mi interrogano su questo e quel vino.
In una di queste recenti discussioni un mio collega, col fare sicuro dell'esperto winelover, mi diceva che il Dom Perignon era oggettivamente di molto scaduto !!!
Ora non sono solito intavolare difficili discorsi tecnici con chi di vino se ne intende poco, soprattutto riguardante un argomento così soggettivo, ma subito mi è venuto alla mente l'ultima degustazione di Dom Perignon che ho fatto questa estate con il gruppo dei soliti astemi.
Premetto che si trattava di una delle loro linee più prestigione, la Vintage, ma senza ombra di dubbio si è trattato di una degustazione che ha sfiorato l'eccellenza, la magnificenza e la libidine allo stato puro per chi come me (noi) è un appassionato di vino.
Il Vintage è un millesimato annata 2009, una vera e propria opera d'arte, che con i suoi 8 anni sui lieviti viene prodotto solo nelle annate migliori.
In vigna l'attenzione agli acini è quasi maniacale e importantissimo risulta il momento in cui si decide di vendemmiare, dopo un attenta analisi sui singoli grappoli per verificarne il perfetto equilibrio della maturazione polifenolica.
L'annata 2009 è corroborata da una sostanziale purezza aromatica a cui il lavoro in cantina aggiunge profondità, rotondità e complessità grazie all'utilizzo di lieviti selezionati.
Il naso è enfatizzato dalla presenza di anice e mela, oltre che lieviti, pasticceria e polvere da sparo.
Il palato si concentra su una acidità austera ma anche ben integrata nell'equilibrio complessivo del vino, con spunti nitidi di frutto e una traccia fumè.
Difficile spiegare però le vere sensazioni di estrema eleganza al naso, e di eleganza, equilibrio e potenza al palato che questo Dom Perignon Vintage è in grado di regalare ai pochi fortunati che lo possono assaggiare.
LVMH, maison francese proprietaria di più di 25 marchi di vino al mondo, tra cui gli champagne Dom Perignon, Krug, Veuve-Clicquot e molti altri, ha di recente deciso di fare un importante passo generazionale sostituendo lo storico chef de cave Richard Geoffroy con il più giovane Vincent Chaperon.
Un passaggio di consegne a lungo studiato, visto che Vincent ha lavorato fianco a fianco con Geoffroy per più di 8 anni.
L'annata 2009 porta quindi ancora il timbro enologico dello chef de cave che per 35 lunghi anni ha saputo accompagnare il Dom Perignon nel mito, assecondando le importanti ambizioni che una maison come LVMH è solita darsi anche nell'ambito vitivinicolo.
Tutti in piedi e un applauso.
Chapeaux
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