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Il Montepulciano d'Abruzzo Riserva interpretato da Feudo Antico


L'Abruzzo è una terra di antichissime tradizioni enologiche.
La viticoltura fu introdotta dagli Etruschi nel VII-VI secolo a.C., poi sviluppata dai Romani e infine, dopo alterne vicende, e infiniti secoli nei quali i progressi tecnologici furono rarissimi, negli ultimi anni è definitivamente esplosa sia in termini quantitativi che qualitativi.
Anche le condizioni climatiche sono del tutto particolari e adatti alla coltivazione della vite, visto che la regione è attraversata dalla catena appenninica ed è dominata ddal Gran Sasso che con i suoi 3.000 metri di altitudine contribuisce a influenzare il microclima della regione, insieme alla presenta del poco profondo e caldo mar Mediterraneo.
Purtroppo ancora oggi la vendita di vino sfuso e la presenza di grandi cooperative, poco valorizzano il potenziale di questa regione che di sicuro meriterebbe una attenzione maggiore.
Tra i produttori più attivi e moderni si può senz'altro annoverare anche Feudo Antico, di cui avevo già parlato in un mio precedente post del marzo scorso, nel quale sottolineavo, in particolare, la filosofia aziendale coerente con le più recenti sfide con cui la viticoltura si sta scontrando nei nostri giorni, quindi basso impatto ambientale, processi biologici e riscoperta e utilizzo di alcuni processi tradizionali.
L'azienda punta sulla valorizzazione dei vitigni del territorio come Montepulciano, Trebbiano d’Abruzzo, Passerina e Pecorino, quindi i vitigni autoctoni per eccellenza d’Abruzzo.
Ora ritorno a parlare di questa bella realtà abruzzese, in quanto ho avuto l'occasione di assaggiare anche il loro Rosso Riserva, prodotto con uve Montepulciano 100%, da terreni collinari intorno al comune di Tollo, formati da un impasto leggermente calcareo, alternati a terreni marnoso-sabbiosi e con buona presenza di scheletro.
Questo tipo di terreno è l'ideale per la coltivazione di un vitigno in grande espansione come il Montepulciano, un rosso di buon corpo, che Feudo Antico riesce a interpretare in maniera magistrale.
Il vino affina in botti di rovere nuove per circa 12 mesi, ma il suo utilizzo è ben interpretato dall'enologo visto che contribuisce ad esaltare i sentori tradizionali del vitigno piuttosto che a coprirli.
Rubino scuro profondo e impenetrabile, naso notevolmente sfaccettato dove si possono percepire sentori di ciliegia, viola, liquirizia, oltre all'immancabile sottofondo di pepe nero.
Al palato ha tannini vellutati, buon corpo ed e un invidiabile equilibrio mentre il frutto succoso e pieno lascia una scia amarognola in bocca, tipico dei Montepulciano dallo stile moderno.
Ottima interpretazione e ottimo vino.

 




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