Avevo di recente parlato dell'azienda agricola Boasso, di Serralunga d'Alba, in pieno territorio del Barolo.
Su queste colline che raramente superano i 300-350 metri di altitudine e su un suolo marnoso e calcareo nascono i Barolo più intensi, longevi e territoriali.
Boasso produce diversi vini a Serralunga d'Alba, come Barbera, Arneis, Dolcetto e perfino Moscato, con risultato eccezionali soprattutto per quanto riguarda la Barbera, intensa e audace.
Ma oggi parliamo invece del loro Barolo Margherita, annata 2013.
Il vigneto ha una estensione piccolissima, pari a meno di un ettaro di superficie, con esposizione sud-ovest, ottimale per la corretta maturazione delle difficili uve Nebbiolo.
Le uve vengono raccolte a mano a metà ottobre, a piena maturazione fenolica e trasportate in cassette forate in cantina.
Il mosto viene posto in acciaio, dove rimane a fermentare ad una temperatura di 28 gradi per circa 20 giorni, prima di passare alle botti di rovere dove rimarrà ad affinare per 3 anni.
Il passaggio in bottiglia avviene senza filtrazione.
In questo caso più che le tecniche agronomiche o le pratiche di cantina che sono chiaramente tradizionali, si intravede la volontà del produttore di assecondare l'elevata qualità della materia prima, determinata da un terreno tra i più vocati per la produzione di Barolo.
Il Barolo Margherita nell'annata 2013 è intenso e intrigante, con un ventaglio di profumi che spaziano dalla ciliegia matura al sottobosco, dall'humus alla liquirizia, fino a regalare quelle note eleganti di viola appassita che si riscontrano solo nei grandi Barolo.
In bocca ha la stoffa del campione che sa di competere con pochi eletti. Il tannino, pur se piuttosto grintoso vista l'annata ancora recente, è sapientemente contenuto dall'uso del legno che gli regala una trama fittissima e vellutata, mentre è da ammirare una ricchezza che si traduce in polpa, frutti a bacca rossa e nera e freschezza infinita.
E' un Barolo di un certo spessore per occasioni importanti.
Commenti
Posta un commento