E' da un po' che non assaggiavo più un vino campano, senza nessuna reale motivazione; semplicemente era da un po' che non mi capitava sulla tavola un vino di quella superba terra viticola che è la Campania, con tutti i suoi vitigni autoctoni, produttori bravi e affermati oltre ad altri più giovani ma ben avviati verso un futuro di successo nel mondo vitivinicolo.
In questo contesto dinamico Mastroberardino fa parte del primo gruppo di produttori, ovvero quelli già ampiamente affermati, in grado di dare anno dopo anno garanzie per chi come me era alla ricerca di certezze.
I suoi vini si distinguono per eleganza e finezza e non fa eccezione il Greco di Tufo annata 2015.
Annata decisamente più regolare di quella del 2014, incredibilmente piovosa, che ha avuto alcuni picchi di calura nei mesi estivi, compensati da temperature che sono scese già a metà settembre e che ha agevolato le condizioni per la produzioni di vini equilibrati, tonici, lineari.
Appena stappato si rivela un po' timido, forse anche a causa di una temperatura di servizio troppo bassa.
Infatti nel bicchiere si inizia ad aprire alle note salmastre, di erba e pietra, tipiche del suolo tufaceo e dell'influenza marina di questo vino.
Rimane tuttavia un po' timido al naso, mentre in bocca si rivela più disinvolto con note iodate, agrumate e speziate di classe e eleganza.
In generale è un vino equilibrato, con un sorso teso, pieno e sincero.
Perfetta espressione del territorio e buona prova nonostante una cerca timidezza al naso.
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