Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Barbaresco Rabajà Riserva (2007) di Produttori del Barbaresco

Mi è capitato più volte di affermare, a dire la verità praticamente ogni volta che lo assaggio, che il Barbaresco dei Produttori del Barbaresco è uno dei migliori in circolazione, soprattutto se consideriamo il rapporto qualità-prezzo. La cooperativa venne fondata nel 1958 da Don Fiorino Marengo, parroco di Barbaresco e poteva contare sull’apporto di 19 soci, che nel tempo sono cresciuti fino ai 50 attuali, così come la superficie vitata è cresciuta con costanza nel tempo fino a superare i cento ettari vitati a Nebbiolo. Non mi stancherò di dire che i soci della cooperativa sono un esempio da seguire per tutta la cooperazione italiana per la ricerca ossessiva della qualità e pure ottimo è il lavoro in cantina che è orientato a mantenere nei vini la tipicità del territorio e il rispetto della tradizione. Tra i cento ettari vitati ci sono terreni considerati particolarmente vocati per la produzione di Nebbiolo, come la collina Rabajà, 4 ettari su un terreno argilloso-calcar

L'armoniosa solarità del Mille e Una Notte di Donnafugata, annata 2012

Donnafugata è un produttore che assaggio spesso, in quanto ho la fortuna di avere un amico che è un grande estimatore dei suoi vini, soprattutto del Ben Ryè ma non solo. Ad una recente cena ha portato in dote al ‘gruppo degli astemi’ ‘Le mille e una notte’, pluripremiato rosso a base Nero d’Avola, portabandiera dell’azienda insieme al sopra citato al Ben Ryè. Mi era già capitato di assaggiare un’altra annata lo scorso anno, mentre in questo caso si trattava della 2012. Nasce in un vasto podere in agro Contessa Entellina, da cui nel 1994 e dietro impulso di Giacomo Rallo, è nata la Doc Contessa Entellina, per dare rilievo alla caratterizzazione dei vini del territorio che comprende nella denominazione diverse tipologie di vini. Il Mille e una notte non è solo un prodotto di punta di Donnafugata ma anche un punto di riferimento di tutta l’enologia siciliana e merita la giusta attenzione al momento della degustazione. Le vigne poggiano su un terreno mediamente collinar

Kre'u Monica di Sardegna Superiore di Meloni, annata 2009

Il Monica di Sardegna è uno dei più antichi vitigni sardi. Come per tutti i vitigni cosiddetti autoctoni, quindi che sono da tempo immemorabile presenti sul territorio, anche per il Monica non si riesce a decifrarne con esattezza le origini. Se diamo retta alla parola, in alcune parti dell’isola il Monica è chiamato Uva Mora e da qui si pensa che sia stato portato sull’isola forse dai Mori, mentre in altre zone è chiamato Monica di Spagna e quindi si pensa ad una origine che risale alla penisola Iberica. Poco importa, quello che è certo è che questo vitigno si è adattato da centinaia di anni al clima e ai terreni della Sardegna, tanto che lo possiamo ritrovare sia nella zona sud occidentale, dove è maggiormente coltivato, sia nella parte centrale dell’isola. Ci sono poi altre zone in cui è possibile ritrovarlo, come ad esempio nell’ampia fascia pianeggiante e argillosa della provincia di Cagliari. I terreni su cui crescono le viti di Monica sono quelle comuni alla magg

La discreta perfezione del Gewurztraminer Nussbaumer di Cantina Tramin annata 2015

Nussbaumer Gewurztraminer di Cantina Tramin A Baccanera torniamo a parlare di Alto Adige, una terra particolarmente vocata per la coltivazione della vite, e in particolare di un vitigno come il Gewurztraminer che ha avuto origine in epoca indefinita proprio nel piccolo paese di Tramin. Qui opera la Cantina Tramin, che con i suoi 300 vignaioli conferitori, ha creato il Nussbaumer, un Gewurztraminer che possiamo considerare un vero punto di riferimento per vignaioli e consumatori che amano questo vitigno. I vigneti si trovano ad una altitudine compresa tra i 350 e i 550 metri sul livello del mare, su un terreno calcareo-argilloso e ghiaioso, con sottofondo di roccia di porfido. L'età delle viti è piuttosto variabile e va dai 10 ai 40 anni, mentre per quanto riguarda il clima, la zona da sempre gode di quelle escursioni termiche tra il giorno e la notte che favoriscono la formazione nell’acino di profumi aromatici particolarmente spiccati, oltre ai venti freschi che gi

Il Carso di Edi Kante nello Chardonnay 2012

Chardonnay di Edi Kante Edi Kante fa parte di quel ristretto gruppo di produttori friulani (insieme a Maule, Radikon, Gravner e pochi altri) che hanno ereditato un modo contadino di fare il vino, trasformandolo dalla fine degli anni ’80 in poi nella moderna realtà attuale fatta di una qualità palpabile, organica e oggettiva. Tutto questo in un terreno unico, dove la vite combatte con la roccia (una terra senza terra) e può beneficiare di un microclima che risente dell'influsso del vicino mare Adriatico, che garantisce buone escursioni termiche, e dei venti di bora che in diversi periodi dell’anno spazzano i vigneti e che sono una garanzia naturale contro le principali malattie fungine delle vite. Ne escono vini senza compromessi, nudi, senza alibi, soprattutto per la coltivazione dei vitigni autoctoni come Vitoska, Terrano e Malvasia, alle quali si associano vitigni internazionali come Chardonnay e Sauvignon per consentire ai produttori l’apertura verso i redditizi merca

Il Chaos in una bottiglia by Fattoria Le Terrazze

Ho conosciuto Antonio Terni, il proprietario della Fattoria Le Terrazze, ad un Vinitaly di qualche anno fa. Sedeva quasi indifferente, lamentandosi che la temperatura di servizio non era adeguata; non sembrava assolutamente interessato a convincerti a comprare i suoi vini. Sempre semi stravaccato sulla sedia, ci ha servito un paio di rossi di carattere mentre i miei due amici sommelier di Latina lodavano i suoi vini come i migliori delle Marche. Mi ricordo di averli trovati pieni, materici, essenziali, vini che rispecchiano fedelmente un territorio fortunato e quasi unico nel suo genere. Infatti l’influenza del suolo con le sue componenti calcareo-argillose e calcareo-sabbiose e la vicinanza al mare con le sue brezze continue, che consentono all’acino di rimanere sempre asciutto prevenendo quindi la formazione di muffe, rendono il Conero e i suoi declivi nell’intorno un luogo suggestivo oltre che ideale per la coltivazione della vite in particolare a bacca rossa.

L'Amarone al bivio tra prezzo e qualità

L'Amarone assaggiato una sera di pioggia dal solito gruppo degli astemi, ho come qualche sospetto che rientri appieno nella disputa dei prezzi che contrappone ormai da diversi anni i produttori di questo vino, nella cui storia recente è stato in grado di diventare uno dei vini più richiesti dal mercato, soprattutto estero. A questa richiesta la maggior parte dei produttori hanno reagito aumentando notevolmente la quantità prodotta, tanto che si è arrivati agli attuali 15 milioni di bottiglie. La disputa sul prezzo al ribasso è banale, ma riesce sempre a dividere i wine lover tra chi approva perché pensa che un vino venduto a 30 euro sia comunque una fregatura e che il produttore o in generale la filiera ci sta marginando ai danni del povero consumatore, e chi invece vede con naturale sospetto vini come Barolo, Brunello e Amarone per citare i più famosi e costosi vini italiani nell'immaginario collettivo, venduti a 12 euro nella grande distribuzione. Senza pretendere di g

Quando il Douro non è solo Porto

In  questi ultimi anni il Douro è riuscito a imporsi ai winelover anche come zona di produzione di vino rosso secco, uscendo da quella gabbia dorata che lo vuole abbinare solamente al porto. Rispetto al vino prodotto nel secolo scorso il Douro ha saputo migliorare qualitativamente sia in vigna che in cantina, grazie all’applicazione delle moderne tecniche di vinificazione come banalmente uso dell’acciaio, temperature controllate, giusto tempo di contatto con le bucce e uso del legno francese. Le uve migliori per creare il Douro sono state individuate nel Touriga National, Touriga Franca e Tinta Roriz. Il risultato è un vino a mio parere quasi italianizzato, non so se per influenze di terroir in grado di donare una ricca mineralità, o per il microclima soprattutto estivo unico, fatto di caldo piuttosto secco mitigato dalle fredde brezze che provengono dall’oceano. I terreni sono coltivati a vite a perdita d’occhio e hanno in comune declivi spesso impervi e terrazzament

Nuovi miti: Edizione Cinque Autoctoni di Fantini Farnese

La storia di Farnese Vini merita senza dubbio di essere brevemente citata come esempio di azienda italiana che ha saputo e potuto unire la radicalizzazione sul territorio con la giusta dose di imprenditorialità che razionalizza e fa leva su un mix di marketing e distribuzione. Farnese Vini nasce nel 1994 per la volontà di Filippo Baccalaro, Valentino Sciotti e Camillo de Iuliis a Ortona. Fin dall'inizio la filosofia aziendale è stata quella di superare lo stereotipo che vuole il produttore tradizionalista opposto al produttore modernista, andando verso la direzione di saper valorizzare il terroir e i vitigni autoctoni utilizzando le moderne tecnologie di cantina, per offrire al consumatore un vino che sappia interpretare il territorio, mantenendo al contempo un occhio attento alle esigenze del mercato. Altro obiettivo aziendale è sempre stato quello di puntare su vitigni e territori del sud Italia che negli ultimi decenni hanno evidenziato grande vitalità e potenzialità