Ecco un produttore di Barolo che non conoscevo.
Ne sto provando diversi in questi ultimi due anni, la maggior parte di loro sono tradizionalisti, ma ho assaggiato anche dei tradizionalisti all'avanguardia, ovvero tradizione in vigna abbinata all'innovazione tecnologica in cantina, pur in assenza di forzature.
Scarzello l'ho trovato sul tavolo di una cena tra amici che mi guardava dalla sua etichetta semplice, pulita e senza fronzoli.
Federico Scarzello proviene da una famiglia di vignaioli, con una esperienza e lunga tradizione nella produzione di vino senza farsi influenzare dalle mode.
Soprattutto c'è la tensione costante di fare vini che rispettino il territorio, senza cercare la forzatura e sapendo che un grande vino occorre aspettarlo.
Scarzello vende all'estero la maggior parte della sua produzione, destino comune a molti produttori di Langa. Se andate a trovarli spesso troverete casse bancali già pronti per la spedizione negli Stati Uniti o in Giappone, due dei mercati che sanno più apprezzare il vino di queste parti.
Il Barolo Scarzello annata 2008, aperto in una tiepida serata di inizio marzo, ha una struttura potente ma elegante al contempo, dove si fanno strada le note tipiche del Nebbiolo, come la viola appassita, la liquirizia, la confettura di ciliegia, la prugna appassita, per scivolare verso una delicata nota di fondo di caffè.
Tutto molto tipico e tutto molto vasto e appagante.
Il sorso rivela una struttura da peso massimo sul ring che sa muoversi con la grazia di un numero uno.
I tannini seppur dolcemente levigati si percepiscono ancora lavorare sulle gengive, mentre il palato è in perfetto equilibrio tra la più che discreta freschezza e l'apporto di glicerina e di alcol.
Il tutto si esprime come in un concerto dove nessuno fa la parte del protagonista assoluto, ma condivide con gli altri un pezzo importante del lavoro collettivo.
Raramente mi è capitato di assaggiare produttori che lavorano bene solo su alcuni vini e che lasciano altri al loro destino.
E infatti anche la Barbera d'Alba di Scarzello annata 2013, merita più di una menzione per i suoi tipici toni di frutti neri, sottobosco e terra bagnata, mentre il palato semplice e diretto, esprime anche buona acidità, spessore e sapidità.
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