L'azienda fondata a Torgiano nel 1962, è oggi guidata da tre donne del vino Chiara, Teresa e Maria Grazia, che hanno preso il testimone nel 1999 dopo l'addio del padre Giorgio.
Il gruppo possiede 250 ettari di terreno tra Torgiano e, più di recente, Montefalco, esporta più di due milioni di bottiglie in 50 paesi e da lavoro a 120 dipendenti.
E' famosa per il loro Torgiano Rubesco (dal latino rubescere ovvero arrossire), vino che raggiunge il suo apice nella versione Vigna Monticchio Riserva.
E' un vino dalla personalità unica, longevo, che riesce a sostenere bene il legno mantenendo intatto il frutto.
Ma come prima accennavo, nel 2000 i Lungarotti hanno deciso di investire in 20 ettari a Turrita di Montefalco, dove produrre Sagrantino, Montefalco Rosso e Sagrantino Passito.
Uno dei punti su cui hanno particolarmente insistito negli ultimi anni è la sostenibilità della loro produzione, sia in vigna che in cantina.
Dal 2014 Lungarotti ha la certificazione Bio, che si sostanzia nell'utilizzo di concimazione organica, in particolare letame bovino maturo, distribuito sui terreni in autunno e inverno, per fornire sostanza organica ai vigneti migliorandone la struttura,
Inoltre nel periodo primaverile ed estivo vengono rimosse le piante infestanti sotto i filari, in modo che le radici possano scendere in profondità, mentre l'azienda si è impegnata a mantenere inalterati i boschetti naturali tra le vigne al fine di consentire la ripopolazione della fauna locale e degli insetti.
In cantina si segue il progetto del Centro ricerca sulle Biomasse, dove i sarmenti delle viti vengono raccolti, tritati e bruciati per produrre vapore e acqua calda utilizzati durante il processo di lavorazione.
Tutto questo indica che stiamo parlando di una azienda all'avanguardia, che ha scelto consapevolmente una strada che sta perseguendo con determinazione.
Venendo poi al vino, Lungarotti è un marchio che anche chi non si intende particolarmente di vino, tende a riconoscere e apprezzare e questo, in parte per un buon lavoro di marketing e in larga parte per l'elevata qualità delle bottiglie prodotte.
Come ad esempio il Sagrantino di Montefalco, annata 2010.
Al naso ha grande potenza e impatto, prorompe sulla frutta rossa e le spezie, un duo aromatico completato da note di menta e cacao che lo rendono piacevole, elegante e profondo.
Al palato si evidenziano subito un grande patrimonio di tannini, che tuttavia risultano ancora piuttosto ruvidi e comunque sorretti da una materia piena e struttura da peso massimo.
Dopo ripetuti assaggi va comunque evidenziato che Baccanera e il Gruppo degli Astemi ritengono i tannini ruvidi un difetto che difficilmente migliorerà col tempo.
Buono ma non senza arrivare all'eccellenza.
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