Brunello di Montalcino di Capanna |
Certo l'estate non è la stagione ideale per bersi un buon Brunello di Montalcino di Capanna.
Eppure l'abbinamento con certi piatti, nel caso specifico uno stupendo capriolo al ginepro con contorno di patate arrosto, rende indispensabile l'assaggio di questo tipo di vini se si vuole accompagnarli in modo adeguato.
Inoltre l'accortezza di servire il vino rosso non alla temperatura ambiente, come si sente spesso dire in giro in modo del tutto sbagliato, ma semplicemente alla temperatura a cui questo tipo di vino va servito, che nel caso di un vino importante come il Brunello può arrivare ai 18-20 gradi, fa capire come si possa serenamente bere Brunello, Barolo e Amarone anche d'estate e in modo del tutto piacevole.
Capanna è una azienda a conduzione famigliare, fondata nel 1957 a Montosoli, a nord di Montalcino.
Come (quasi) tutte le aziende agricole della zona si è fatta trovare pronta, quando negli anni '80 è esploso il mito del Brunello, con esportazioni consistenti soprattutto negli Stati Uniti.
Oltre a questo ha sicuramente da subito contribuito a fondare il mito del Brunello, la cui prima pietra è stata posta nel 1966 con il riconoscimento della Doc ed è poi faticosamente continuato negli anni successivi con una strada opposta rispetto a quella nella quale stava andando il vino italiano prima dello scandalo del metanolo.
Il Brunello di Capanna è prodotto con Sangiovese proveniente dai vigneti più vecchi a disposizione dell'azienda e svolge la vinificazione in tini di rovere di Slavonia, con macerazione sulle bucce per 25-30 giorni, a temperatura controllata e con svolgimento spontaneo della malolattica.
La successiva fase di affinamento avviene in botti di rovere di Slavonia di varie dimensioni, per un periodo che può andare dai 34 ai 38 mesi, a cui segue un riposo in bottiglia di 6 mesi.
Un piccolo accenno all'annata 2010, per me niente male anche e soprattutto in prospettiva dei prossimi 15-20 anni.
Naturalmente avendola stappata oggi possiamo considerare questo Brunello ancora un bebè.
L'analisi visiva evidenzia un colore rubino impenetrabile, mentre al naso si sprigionano intense e complesse note di liquirizia, pepe nero, e una delicata scia balsamica, tutte note lasciate in eredità dal Sangiovese.
In seguito si possono riscontrare i profumi di frutta rossa matura, come mora e ciliegia cotta, mentre i terpenoli terminano il loro lavoro lasciando in eredità la percezione di una ben distinta varietà di fiori secchi come la lavanda e i petali di rosa.
Tra tutto si percepisce, anche se rimane in sottofondo, una nota di legno e tabacco piuttosto delicata.
Il sorso si rivela di grande duttilità, con freschezza e tannini ancora piuttosto sbilanciati vista l'età del vino, ma con buon apporto di glicerina e alcol che aiutano il sorso a riparare verso un equilibrio già accettabile.
Chiude una piacevole scia sapida, con un retrogusto coerente con l'esame olfattivo e persistenza chilometrica.
Nel complesso un Brunello giovane, già bevibile, ma che saprà esprimersi da grande campione nei prossimi anni.
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