Pecorino di Costadoro |
Costadoro ha iniziato a commercializzare vini nel 1969 a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, mentre è da qualche anno che l'azienda ha fatto la scelta di passare una parte della produzione alla coltivazione biologica.
Vale la pena ricordare che la scelta biologica consiste nel non utilizzare prodotti chimici di sintesi e diserbanti in vigna sostituiti dall'utilizzo della pratica della lotta integrata, mentre risulta consentito l'uso di rame e zolfo per le comuni malattie della vite.
Di Costadoro ho assaggiato il Danù, un Pecorino in purezza che deriva da vigneti posizionati a 250 mslm ed esposizione ottimale, su un terreno di tipo argilloso di medio impasto.
Il periodo di raccolta si concentra tra la fine di settembre e la prima decade di ottobre, mentre la fermentazione avviene per metà in acciaio e per l'altro 50% in legno di acacia con batonnage, poi almeno 4 mesi di bottiglia prima della commercializzazione.
Curiosa la scelta del legno di acacia, anche se non è rarissimo trovare produttori che per l'affinamento preferiscono questo tipo di legno al classico rovere.
Il Danù, annata 2014, è un Pecorino che regge bene il confronto con altri bianchi italiani per la sua decisa freschezza e la capacità di soddisfare pienamente il palato con il frutto croccante.
Nel bicchiere è giallo paglierino con ancora importanti riflessi verdolini.
Il naso è agevolmente identificabile con le note di camomilla, agrumi che ricordano il cedro, una intensa nota minerale che ricorda la pietra bagnata.
Al sorso ha un importante nerbo acido, è giustamente sapido, più sbilanciato sulle durezze come si conviene ad un vino di questa fattura, fragrante, pieno, con chiusura leggermente tannica e di media lunghezza.
E' il classico vino da bere a secchiate nelle interminabili e calde sere estive, a patto di servirlo alla giusta temperatura (8-9 gradi max).
Il prezzo indicativo in enoteca si aggira intorno ai 10 euro.
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