Il panorama enologico italiano è tra i più variegati al mondo.
Lo dimostrano i centinaia di vitigni autoctoni presenti in ogni regione e che spesso nulla hanno da invidiare ai più blasonati vitigni internazionali.
Se ne trovano in ogni regione e ognuno di loro ha una caratteristica che li rende diversi dagli altri, spesso diversi a seconda della filosofia del produttore, del terreno o del microclima, dell'annata e di numerosi altri fattori.
Spesso a chi mi chiede consiglio sul vino da acquistare propongo questi vini, anche se alle volte sono difficili da trovare in quando raramente superano commercialmente parlando il limite del territorio di produzione e questo è davvero un peccato.
Ma occorre dirlo in Italia come quasi in tutto il mondo riescono bene anche i vitigni internazionali come sauvignon, cabernet, merlot e syrah in alcuni casi utilizzati in uvaggio spesso anche con vitigni autoctoni, in altri casi prodotti in purezza.
Quindi a differenza di Nebbiolo o Aglianico questi vitigni hanno il pregio di sapersi adattare a diversi climi e territori; certo anche per loro esistono zone particolarmente vocate come i Sauvignon di Marlborough (Nuova Zelanda) o quelli della Valle della Loira.
Come sempre dipende dalla zona e dal produttore ma spesso nascono prodotti di assoluto rilievo o anche vini semplici e beverini ma senza una sbavatura.
È il caso delle Arengarie di Sella e Mosca che fa parte del colosso Campari insieme a Teruzzi e Puthod e altri grandi marchi italiani e stranieri.
La loro forza è appunto quella di riuscire a mantenere un buon livello qualitativo e al contempo fare grandi numeri.
Una sfida non facile da realizzare ma riuscita almeno per quanto riguarda questo Sauvignon in purezza, dal colore giallo oro, i profumi intensi di frutta tropicale, i fiori gialli, mentre al palato è morbido e piacione ma con un suo equilibrio ben definito, sicuramente fine.
Un prodotto ben fatto, studiato per piacere ad un pubblico ampio e proposto ad un prezzo accessibile.
Commenti
Posta un commento