Durante un recente viaggio in Trentino ho visitato l'azienda agricola Letrari di Rovereto.
Ho avuto la fortuna di parlare con Leonello Letrari, un pioniere dell'enologia italiana.
Una bella conversazione a ruota libera, nella quale mi ha raccontato che dopo un lungo periodo in giro per l'Italia come enologo in varie aziende vitivinicole a fare la gavetta è tornato in Trentino, prima alla Bossi Fedrigotti dove ha realizzato il primo taglio bordolese italiano, il Fojaneghe nel lontano 1961, poi con L'Equipe 5 (cinque soci di cui uno era lui) il secondo spumante metodo classico italiano dopo quello di Ferrari nel 1965.
Il Fojaneghe 1961 è il primo in alto a sinistra |
E ancora mi ha parlato dei cambiamenti climatici e di come negli anni '50 in Trentino d'inverno si usava interrare i tralci delle varietà più sensibili alle gelate smontandole dalla pergola e sdraiandoli in terra.
Nel 1976 ha creato la Letrari, trasformando la gestione contadina dei vigneti del padre in una moderna azienda. Ora Letrari possiede vigneti sparsi un po' in tutto il Trentino.
Ho comprato un Manzoni bianco 100% da consumare subito e un Enantio 2005, perchè ero particolarmente interessato a questo vitigno che cresce solo in una ristretta zona intorno ad Avio, (incuriosito anche da una degustazione del mio vinixiano amico Max Beretta).
Il Manzoni bianco è un vino fresco e beverino.
Il bel colore giallo paglierino quasi tendente al dorato inganna un po', facendo pensare a qualcosa di strutturato.
Ha un naso molto profumato di frutta (mela) e fiori bianchi, non complesso e abbastanza intenso.
In bocca è fresco, sapido, sostenuto da discreta morbidezza e medio corpo.
Nel complesso sfoggia un bell'equilibrio e un finale con un certo retrogusto di mallo di noce.
Un vino da bere giovane e consumarsi fresco.
Per l'Enatio invece aspetterò un po': l'occasione potrà essere una bella cena tra amici appassionati, in una piovosa serata del prossimo autunno.
Commenti
Posta un commento