Ancora un vino francese ma profondamente diverso dal quello del precedente post.
Storico produttore di cui si può far riscontrare la nascita nel lontano 1560, ha la maggior parte delle vigne sulle sponde del fiume Rodano, nell'omonima valle, su un terreno molto ghiaioso che permette il rilascio di notte alla vite del calore accumulato dai sassi, denominati galet, durante il giorno.
Le viti hanno una vita media di 40 anni e qui si coltiva soprattutto Grenache e Syrah (più Syrah nella parte settentrionale della Valle del Rodano e più Grenache nella parte meridionale) con cui si produce lo Chateauneuf-du-Pape.
Il Grenache (il vitigno più coltivato al mondo) dona al vino profumi di spezie e frutta cotta, mentre il Syrah conferisce profumi di frutti di bosco e da vini dotati di struttura e tannini vigorosi con capacità di invecchiamento.
Di colore rubino con riflessi granati sull'unghia, si presenta con un bellissimo bouquet fruttato e floreale soprattutto frutti a bacca rossa e fiori secchi, ma è anche speziato, minerale e infine erbaceo.
In bocca ha un grande equilibrio ed eleganza con tannini levigati, una bella presenza pseudocalorica e note sparse di liquirizia e cioccolato. Non mancano infine la freschezza e la persistenza.
Insomma possiamo dire che i papi la sapevano lunga quando trasferitisi ad Avignone da Roma nel corso del '300 hanno pensato bene di coltivare la vite e produrre vino, anche se sicuramente molto diverso da quello da me degustato.
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