La particolarità del territorio cortonese è quella di aver capito che in quella zona venisse particolarmente bene un vino alloctono come il Syrah, originario della Francia meridionale e poi diffuso in tutto il mondo, dall'Italia all'Australia, dal Cile al Sudafrica.
Ma a differenza di altri vitigni internazionali come Cabernet e Sauvignon che si adattano a diversi terreni e a diverse condizioni pedoclimatiche, il Syrah, un po' come il Pinot nero, non si adatta a qualsiasi tipo di terreno.
In Italia si è diffuso soprattutto in Toscana, nel Lazio e in Sicilia, anche se lo possiamo trovare praticamente in tutte le regioni, qualche volta usato come prevalente e qualche volta in uvaggio con altri vitigni.
A Cortona ha trovato un ambiente ideale, anche grazie alle elaborate analisi sul territorio effettuate dal professor Attilio Scienza, che hanno portato negli anni settanta all'impianto di un vitigno sperimentale di Syrah, anche grazie alle risultanze sulla somiglianza di terreno e clima alla valle del Rodano francese dove il vitigno pare sia nato.
Oggi quasi l'80% della produzione cortonese utilizza questo vitigno dai tipici sentori di pepe nero e piccoli frutti neri come il mirtillo e la mora.
In bocca la sua struttura e la persistenza, oltre ad una tannicità non eccessiva, ne fanno un vino versatile e piacevole già in annate recenti e quindi pronto alla beva in tempi rapidi dalla produzione e commercializzazione.
Consigliato dal proprietario di Molesini, enoteca storica di Cortona, ho comprato l'anno scorso una bottiglia di Syrah di Il Fitto.
Nella migliore tradizione francese Il Fitto fa fare al vino 15 mesi di barrique di rovere francese, seguiti da 6 mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.
Ottimo prodotto, le cui caratteristiche ho già elencato in precedenza, quindi inutile dilungarsi, visto che le sue caratteristiche sono quelle tipiche del vitigno.
Ideale con la carne rossa, la cacciagione e formaggi di media stagionatura è fortemente consigliato per le cene tra amici.
Non vi deluderà.
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