L'Institut Agricole Regional opera in Valle d'Aosta è innanzitutto una scuola di agraria con il compito di promuovere la formazione professionale in campo agricolo.
Al contempo è anche in importante centro di ricerca con il compito di studiare e salvaguardare diversi vitigni autoctoni valdostani che, soprattutto in anni passati, hanno rischiato di scomparire.
La ricerca di vitigni rari tra i filari spesso semi abbandonati dei contadini ha portato alla riscoperta di questi vitigni e alla loro successiva rivalorizzazione ad opera di coraggiosi imprenditori che hanno voluto scommettere sull'autoctono.
I vitigni in questione sono Cornalin, Mayolet, Petit Arvin, Petit Rouge, Premetta e altri che in pochissimi conoscono ma che hanno delle potenzialità sorprendenti.
Tra i vini che ho recentemente assaggiato dell'Institut Agricole Regional mi ha particolarmente impressionato la loro versione del Blanc du Prieur, un blend di Grenache e altri vitigni internazionali che dal colore nel bicchiere 'tradisce' la sua anima rossista.
E' un vino elegante, equilibrato ma anche capace di notevoli spunti sia al naso che al palato, grazie alle note di frutta a polpa gialla come la pesca gialla e il mango.
Piacevolmente sapido e minerale, ha un buon corpo, media complessità e persistenza sopra la media.
Le bottiglie prodotte sono solo 1.500 e tradiscono uno stampo quasi artigianale ma in realtà contengono tanta scienza, tanta passione per il lavoro ben fatto tipico di questa terra difficile e di confine.
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