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Verticale di Insoglio del Cinghiale


La Tenuta di Biserno, nel territorio di Bibbona, viene acquistata in anni recenti da Ludovico e Piero Antinori, storica famiglia che opera nel mondo del vino da intere generazioni e che hanno scritto un pezzo di storia enologica italiana con altri grandi produttori come i Frescobaldi, i Gaja ecc.

Ma la storia è senz'altro più complessa e merita di essere raccontata.
Dopo aver fondato e successivamente venduto a Robert Mondavi la Tenuta dell'Ornellaia, Ludovico Antinori decide di ripetere la positiva esperienza in Alta Maremma acquistando terreni nella zona intorno a Bibbona, in provincia di Livorno, creando la Tenuta di Biserno e successivamente su terreni più sabbiosi la Tenuta Campo di Sasso, sulla strada che collega Bolgheri a Bibbona.
Qui viene deciso di piantare Cabernet, Merlot, Petit Verdot ma soprattutto Syrah che predilige questo tipo di terreno.




La zona di produzione è tra le più vocate della Toscana in particolare per la coltivazione dei vitigni internazionali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah tra i rossi e Voigner tra i bianchi.
Siamo nella zona dei famigerati 'Supertuscans', fortunato appellativo creato per il mercato americano che è riuscito a portare fama e investimenti su queste dolci colline non lontane dal mare.

Ed è qui che viene prodotto questo Insoglio del Cinghiale, tipico taglio bordolese formato da Merlot, Cabernet Franc e Syrah, con una piccola percentale di Petit Verdot.
La zona è come detto molto adatta alla coltivazione dei vitigni internazionali e gode di un paesaggio bellissimo con dolci colline ricoperte di vigne, pini marittimi e a poche centinaia di metri il mare Tirreno e la dolce sagoma della Corsica.

Per creare i vini viene contattato nientemeno che Michel Rolland, uno dei più famosi o forse il più famoso enologo al mondo, una specie di Cotarella al cubo, con consulenze sparse ai quattro angoli del pianeta e la fama di produrre vini con uno stile tipicamente californiano.
Dalle premesse diciamo subito che l'Insoglio del cinghiale è un vino progettato per piacere al grande pubblico, morbido, equilibratissimo, dai profumi netti e dalla beva coinvolgente. Un vino senza difetti, che non devi aspettare troppo a lungo e  . . . . senza grosse sorprese.



Syrah 32%, Cabernet Franc 33%, Merlot 30% e Petit Verdot 5%.
Rubino e consistente, ha un naso intenso e complesso di spezie, frutta rossa matura; le componenti vegetali, su tutto il peperone verde, risultano bene in evidenza anche se perfettamente integrate nel bouquet complessivo oltre ad una discreta vena minerale e un leggero accento di tostatura.
Il sorso è caldo, di buona freschezza e felicemente sapido. Succoso e ben equilibrato, ha una completa corrispondenza gusto-olfattiva e un finale discretamente lungo.


La verticale ha mostrato quello che mi aspettavo.
Le differenze tra gli anni sono molto sottili, su alcune annate impercettibili in altre un po' più marcate.
Lo stile tuttavia è sempre lo stesso e chiunque si riavvicini anno dopo anno a questo vino sa di ritrovare a grandi linee lo stesso Insoglio di sempre.
A mio parere è un ottimo vino da gustare in compagnia di un bel gruppo di amici, un vino che non delude mai e che susciterà di sicuro più di un apprezzamento.

La verticale è stata accompagnata da una tartar di scottona al pepe nero e una esemplare carbonara con guanciale e pecorino dell'amico Geo.
L'abbinamento è stato particolarmente apprezzato anche perchè, l'altra qualità dell'Insoglio, è la sua grande versatilità con molti piatti della cucina italiana. 





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