Poggio le Volpi è un’azienda
laziale la cui storia si può far partire negli anni ’20 quando Manlio
Mergè
iniziò a commerciare vino sfuso e olio dai castelli romani alla capitale.
Ma è solo nel 1996 che
parte l’attività imprenditoriale con la creazione della società Poggio Le Volpi
a Monte Porzio Catone, nell’entroterra laziale e più precisamente sui colli Albani,
che presentano un suolo di origine vulcanica.
Come molte altre giovani
aziende, Poggio le Volpi ha il vantaggio di non doversi trascinare una
polverosa storia enologica di dosso, ma può invece basare la propria filosofia
aziendale su un azzeccato mix di tradizione del territorio, innovazione tecnica
e continua sperimentazione, che determinano lo stile dei suoi vini in maniera
unica e facilmente percepibile dal consumatore.
Le uve utilizzate sono
appunto quelle tradizionalmente coltivate sui colli Albani, come Malvasia di
Candia e Trebbiano, ma anche Greco e vitigni internazionali.
Tra l’interessante bouquet
dei vini aziendali, vi voglio parlare di Donnaluce, un vino morbido e opulento,
ma anche molto versatile e interessante anche ad un pubblico piuttosto raffinato.
Un blend di Malvasia del
Lazio, Greco e Chardonnay con una netta prevalenza del primo vitigno.
L’aromaticità intrinseca
della Malvasia si percepisce netta nel bicchiere con le sue intense note di
camomilla,
albicocca disidratata, fiori gialli, ma anche agrumi come il mandarino e con un
suadente sottofondo di nocciola tostata.
In bocca è morbido,
vellutato, sorretto da una adeguata acidità e buona sapidità, con un tocco
minerale tipico dei suoli vulcanici.
Oltre alla morbidezza che
non stanca, Donnaluce si distingue per una versatilità nell’abbinamento con i
piatti che sorprende.
Ottimo come aperitivo, a
mio parere da il meglio con piatti di suchi ma anche con i primi di mare.
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