Santi fa parte della galassia Gruppo Italiano Vini, ma a differenza di altri marchi più commerciali, ha da subito intrapreso un percorso di qualità produttiva che gli ha permesso di competere ad armi pari con produttori molto agguerriti, talvolta uniti (v. famiglie storiche dell'Amarone) e talvolta solitari.
La zona di produzione è Illasi, incantevole paesino di poche anime sulle colline veronesi, immerso nel verde di vigneti e ciliegi.
Di Santi ho degustato il loro vino di pregio, il Proemio, annata 2007, composto da Corvina al 50% e poi corvinone (30%) e rondinella (20%).
I vigneti si trovano nei confinanti comuni di San Pietro in Cariano, Marano e Fumane, e sono composti da viti vecchie di almeno 30 anni allevate a pergola e guyot.
La posizione soleggiata, le vigne poste in media e alta collina e il terreno calcareo contribuiscono in maniera determinante alla perfetta maturazione fenolica dell'uva e alla composizione fenolica dell'acino.
Alla fine di settembre, tempo permettendo, si inizia la vendemmia, stando molto attenti alla selezione dei grappoli che verranno messi a dimora nei plateaux, cassette di legno o plastica dove gli acini subiranno un appassimento al chiuso e areati con l'ausilio di moderni ventilatori per mantenere il grappolo sano e integro e prevenire la formazione delle muffe.
In questo periodo di appassimento, che può durare anche fino alla fine di febbraio, gli acini perdono gran parte della componente di acqua, mentre si concentrano di zuccheri e di composti fenolici e aromatici.
La vinificazione avviene a marzo in parte con l'utilizzo di lieviti indigeni e in parte con lieviti selezionati e dura per circa due settimane.
Il vino viene poi travasati in barrique e botti grandi per un periodo di tre anni, oltre all'affinamento in bottiglia.
Non c'è quindi da sorprendersi se degustare l'annata 2007 significa assaggiare un vino per nulla vecchio ma anzi che potrebbe e dovrebbe rimanere in bottiglia ancora molto molto tempo.
Alla degustazione il Proemio si presenta con un bel colore rosso rubino carico con un orlo leggermente granato.
Al naso spicca la classica eleganza mista a potenza e struttura tipiche dell'amarone, che si sostanzia in note dominanti di uva passa, prugna secca, vaniglia, viola appassita e spezie dolci come la cannella.
Una leggera scia sapida e minerale conclude il corredo olfattivo che regala complessivamente belle e variegate emozioni.
In bocca si presenta morbido ma comunque equilibrato, con buona estrazione di frutto, coerente con il naso e ..... un corpo possente elevato da tannini setosi.
Se proprio devo trovargli un difetto devo dire che avrei preferito maggiore acidità, ma qui entriamo nei gusti personali.
Lunghezza che ti aspetti e indubbia soddisfazione complessiva.
Nel complesso è un vino ben fatto, ben studiato, espressione tipica dell'Amarone.
E' esattamente quello che ti aspetti.
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