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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Viaggio tra i vitigni autoctoni rari: lo Zweigelt

Lo Zweigelt è un vitigno pochissimo conosciuto in Italia. Io stesso assaggiandolo distrattamente ho pensato fosse un parente della Schiava, vino rosso prodotto in grandi quantità nel Trentino-Alto Adige. Invece si tratta del vitigno a bacca nera più diffuso in Austria, sua patria di elezione, nato nel 1922 dall'incrocio del Blaufrankisch con il St. Laurent, ma che ha trovato di recente una certa diffusione anche in Canada, Inghilterra e Ungheria, mentre in Italia è poco diffuso e comunque concentrato in Alto Adige. Tuttavia la sua massima produzione ed espressione la raggiunge in Austria (superando di gran lunga il blaufrankish), dove coltivato soprattutto nel Burgerland e dove è conosciuto come vino piacevole e immediato, con una buona presenza speziata e una presenza acida insistita. Sicuramente il successo di questo vino è determinato dalla particolare vigoria del vitigno che garantisce solitamente rese abbondanti, con una produzione orientata verso vini semplici, anche

I Cannonau Vigna Sorella e Chidera, annata 2014

Stiamo ancora in Sardegna per parlare di Cannonau, vitigno autoctono dell'isola dalle origini antichissime riscoperto in alcuni vasi di ceramica del XII secolo a.C. Puntuale come il Natale, ho letto di recente dell'ennesima ricerca internazionale che parla del vino rosso e delle sue proprietà antiossidanti, che nel caso del Cannonau pare siano particolarmente importanti. Che lo siano o meno non credo che questo porti a consumare più vino chi solitamente non ne beve, ma di sicuro aiuta la consapevolezza generale che bere poco ma bene, contribuisce a migliorare la qualità della vita oltre ad essere un piccolo tassello di un complicato puzzle, che affiancato a tanti altri comportamenti corretti nella vita di tutti i giorni, può aiutare e influire positivamente sulla salute di ogni individuo. Tornando più direttamente al nostro amato Cannonau, è anche il vino rosso che più di ogni altro richiama alla memoria la Sardegna, con tutto il suo carico di nostalgici ricordi di una

Korem Isola dei Nuraghi di Argiolas

Korem di Argiolas Argiolas è produttore rinomato e i suoi vini si differenziano per il non facile compito di riuscire ad avere un ottimo rapporto qualità-prezzo, oltre al fatto di essere abbastanza facilmente reperibili sul mercato, in alcuni casi anche in Gdo. In particolare l'altra sera mi è capitato di assaggiare il Korem, un blend tutto autoctono sardo di Cannonau, Bovale e Carignano, con vigne coltivate nella tenuta di Sa Tanca, ad una altezza di circa 250-300 metri dal mare. A sede si trova nei dintorni di Serdiana, in provincia di Cagliari, vicino a Doglianova, non lontano da Pala Vini e dalla Cantina di Dolianova, mentre le vigne da cui nasce il Korem si trovano in alcuni territori divisi tra Selegas e Guamaggiore Qui i terreni sono pietrosi, battuti dal vento, calcarei, mentre il clima è particolarmente fortunato grazie ad una adeguata distribuzione delle piogge durante l'arco dell'anno rispetto ad altre zone della Sardegna e buone escursioni termiche ch

Barolo Brunate Marcarini annata 2004

Barolo Brunate Marcarini Prima d'ora avevo già fatto una degustazione di Barolo Marcarini in una memorabile verticale ( http://baccanera88.blogspot.it/2013/11/verticale-di-barolo-brunate-marcarini.html ). L'azienda è ubicata a La Morra, con vigneti sparsi nei dintorni e in particolare 4,5 ettari a Brunate dove si ricava un grande Barolo. Marcarini è un tradizionalista con un grande rispetto per il Nebbiolo, vitigno difficile e scontroso che va aspettato; utilizza la botte grande, per fare in modo che le cessioni del legno siano lente e graduali, senza interferire con la naturale maturazione del vino e con le sue caratteristiche primarie. Dalla precedente verticale mi ricordavo un vino potente e generoso, ma al contempo capace di regalare eleganza, ricchezza di estratto, un vino a tratti austero, con una trama tannica fine mai completamente domata dal tempo. Le sensazioni si sono senz'altro ripetute con questa annata 2004, che si esprime in tutta la sua evidente c

Il Pinot nero di La Scolca

Pinot nero di La Scolca La Scolca lavora prevalentemente con il Cortese, vitigno in cui ha sempre creduto utilizzandolo soprattutto per la spumantizzazione, da cui ha raggiunto risultati sorprendenti. Prendiamo ad esempio il suo Metodo Classico con affinamento di 10 anni sui lieviti, che si rivela essere sorprendente per la sua aristocratica e al contempo esuberante personalità. Del resto la zona è proprio quella di Gavi, presso Novi Ligure, in cui il Cortese si è insidiato in tempi remoti e che riesce a dare il meglio grazie al giusto apporto di terroir e condizioni pedoclimatiche. Ho avuto il piacere di assaggiare il Gavi di La Scolca una prima volta ( http://baccanera88.blogspot.it/2015/07/i-primi-50-anni-dellassociazione.html ), poi ancora il loro d'Antan in occasione dei 50 anni di Ais ( http://baccanera88.blogspot.it/2015/07/i-primi-50-anni-dellassociazione.html ), e infine ora è la volta del Pinot nero, unico vitigno a bacca rossa dell'azienda, che in altre

Superlativa verticale di Sassicaia di 14 annate

Come sempre prima di scrivere un post cerco in rete informazioni che mi possano essere utili. Digitando su google 'verticale Sassicaia' il noto motore di ricerca mi restituisce dei risultati che riportano a noti blog-siti che (stra)parlano di vino e che si riassumono pressappoco così: 'mitica verticale di 6 annate di Sassicaia, verticale di Sassicaia in 7 annate, stupenda verticale di Sassicaia in 6 annate ecc Allora la domanda mi viene spontanea: e allora io che ho avuto il privilegio di degustare 14 annate di Sassicaia che roboante aggettivo dovrei utilizzare ? La risposta è nessuno, perchè non esiste un solo aggettivo adatto per poter commentare una serata di fine ottobre in cui il sottoscritto ha avuto la fortuna di essere tra i pochi degustatori di una verticale di 14 annate di Sassicaia abbinati ad una sontuosa cena !!! Ma prima ancora di vino e cibo è importante la compagnia di amici che sanno apprezzare il vino, perchè saperlo degustare è un piacere m