Barbaresco Faset di Castello di Verduno |
Con una certa enfasi, ma senza poi tanto esagerare, si può
serenamente affermare che il progenitore del Barolo ha avuto una sua
determinante evoluzione verso il vino che conosciamo oggi nel Castello di
Verduno, che ha una antichissima storia che parte nel 1500, quando la famiglia
Cerrato da inizio alla costruzione del castello, passando per l’acquisto del
castello e di tutte le sue proprietà terriere da parte di Re Carlo Alberto nel
1838.
Il Re decide di affidare al generale in pensione Paolo
Francesco Staglieno, discendente di una famosa famiglia patrizia genovese, la
direzione enologica della tenuta considerando le sue competenze in campo
viticolo.
Il generale sperimentò diverse vinificazioni di Nebbiolo e
intuì, in un’epoca molto diversa dalla nostra, le sue potenzialità di
invecchiamento, gettando le basi per la produzione del futuro Barolo.
Nel 1909 la proprietà viene acquisita dalla famiglia
Burlotto che ancora oggi ha la proprietà del Castello, che è poi diventato
anche ristorante e agriturismo.
Ma noi che su questo blog di interessiamo solo di vini e di
poco altro, ci vogliamo soffermare oggi su quel piccolo gioiello enologico che
è il loro Barbaresco Fasèt, annata di grazia 2007.
Già perché per non farsi mancare niente i Burlotto hanno
deciso di investire in tempi non sospetti anche in terreni situati a
Barbaresco, dove si produce questo supremo Barbaresco attraverso vigne in parte
risalenti al 1970 e in parte più giovani e impiantate nel 1992 e nel 1997.
Esposizione est – sud est, terreno tipicamente bianco dallo scheletro
calcareo-argilloso tipico di questa zona, raccolta manuale delle uve,
macerazione in contenitori di acciaio per 25 giorni con frequenti rimontaggi e
follature e poi ancora maturazione per 20 mesi in botti grandi di rovere di
Slavonia, imbottigliamento senza filtrazioni o chiarifiche oltre ad un
affinamento in bottiglia di almeno 24 mesi, sono un biglietto da visita che non
può che impressionare chi si appresta ad assaggiare questo Barbaresco dallo
stile decisamente classico.
L’annata 2007 ha un colore rosso granato con leggeri riflessi
aranciati sull’unghia, esattamente come mi aspettavo prima di vuotarne quattro
dita abbondanti nel bicchiere.
I profumi sono un’autentica esplosione di frutta nera e
rossa, con in evidenza il lampone e la ciliegia dolce e matura, ma anche la
viola appassita, la liquirizia e un leggero sentore di foglia di tabacco che
dona un tocco di eleganza complessiva ad un bouquet davvero raffinato.
Eleganza e classe che si ritrovano senza dubbio anche al
sorso, che si presenta diretto, pieno, caldo, naturalmente strutturato, con una
intrinseca freschezza e una tannicità ancora ben presente ma mai invadente.
Quasi inutile sottolineare la persistenza chilometrica al
palato che rende obbligatorio l’abbinamento con piatti importanti per struttura
e carattere e sicuramente più adatti ad una stagione fredda.
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