Inferno La Martellina di Caven |
La Valtellina gode indubbiamente di un insieme fortunato di fattori che la rendono una zona di grande impatto vitivinicolo.
Fattori come l'esposizione ideale al sole (sud-ovest), abbinata all'altitudine che per i vigneti varia dai 300 ai 600 metri, con le naturali escursioni termiche tipiche dei versanti montani che permettono all'uva di sviluppare in quantità abbondante i polifenoli contenuti nella buccia.
E' poi una zona piuttosto siccitosa, anche a causa delle cime elevate che si posizionano a nord e anche questo fattore è positivo e ancor più se abbinato ad un terreno con scheletro particolarmente povero, perché la vite per dare il meglio deve soffrire e concentrare i suoi nutrimenti in pochi ma preziosi acini d'uva.
Del resto in questa zona che va da Tirano ad Ardenno ed è solcata dal fiume Adda, si parla di vite dai tempi dei romani ed è ormai da numerosi secoli che si coltiva in prevalenza Nebbiolo, un vitigno particolarmente difficile, che riesce al meglio solo in alcune ben definite zone d'Italia.
Al di fuori della sua zona di elezione infatti riesce piuttosto bene solo in Valle d'Aosta e appunto in Valtellina, dove le difficoltà di coltivazione sono accresciute a causa delle pendenze significative che impediscono la meccanizzazione e costringono ad un numero elevato di ore uomo in vigna.
Terrazze d'argilla e di silicio, una viticoltura difficile, un terreno povero e un vitigno che regna incontrastato, il Nebbiolo, oltre al quale vengono coltivati in quantità limitata vitigni locali come la rossola, la pignola, la brugnola e il primitivo di Gioia, alcune volte utilizzate come taglio al massimo al 10% del Nebbiolo.
Ne esce un vino rispetto alle altre denominazioni più strutturato e austero, in grado di abbinarsi perfettamente ai piatti tipici della cucina valtellinese.
Un produttore molto conosciuto e apprezzato della zona è Caven, che opera a Chiuro ed è di proprietà di Stefano e Simone Nera, altro produttore valtellinese molto conosciuto.
Ho assaggiato il loro Valtellina Superiore Inferno La Martellina, annata 2011, e devo dire che mi ha colpito per piacevolezza e complessità.
Non ha infatti la struttura e il corpo di uno Sforzato, mentre risulta di grande bevibilità, con profumi fragranti, pieni e sinceri di prugna e ciliegia, con una leggera traccia agrumata e un'aura minerale che introduce un palato pieno, tosto, completo, aggraziato nella sua architettura tannica, dalla beva succosa su una lunga scia speziata e leggermente iodata.
Conclude la liquirizia sul finale piuttosto lungo e vivace.
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