Albino Armani ha 400 anni di storia alle spalle dai documenti notarili del 1607 conservati nell'ufficio storico di Trento.
Di certo i vini di 400 anni fa erano molto diversi da quelli attuali ma la storia serve per attestare la vocazione di questi terreni per la viticoltura.
Ci troviamo nella parte più meridionale della Val d'Adige, che prende il nome di Vallagarina. Fra Ala e Avio i vigneti si adagiano dolcemente ai piedi del monte Baldo e della Lessinia. Una terra fertile tra fiume Adige e montagna, coltivati con il sistema tipico della pergola trentina e un territorio che passa dalla trama morenica a quella alluvionale.
Il microclima risenta dell'influenza del non lontano lago di Garda, ma anche della forte escursione termica tra il giorno e la notte, che caratterizza i profumi dei vini trentini e altoatesini.
Una zona d'elezione per il Valpolicella ripasso che viene prodotto nella valle Marano fra i 360 e i 450 metri di altitudine, su terreni del tutto particolari in quando formati da formazioni calcaree su rocce vulcaniche.
La vinificazione avviene sulle vinacce fresche dell'Amarone, ancora in grado di rilasciare struttura e aromi ma in quantità chiaramente minori rispetto all'ingombrante Amarone.
Dopo una giusta permanenza sulle bucce e diverse follature il vino fa un affinamento in botti di rovere per circa un anno.
Il Valpolicella ripasso di Albino Armani è un vino che mi piace perchè è strutturato e tannico ma anche molto bevibile, succoso, pulito e tecnicamente ineccepibile.
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