Non mi capita spesso di bere vini esteri e a parte qualche Champagne e qualche vino austriaco o tedesco, il mio consumo è prettamente verso il Belpaese.
Tuttavia ho diversi amici che, conoscendo la mia passione per il nettare di Bacco, quando viaggiano all'estero (e non solo) mi portano il vino del posto.
In questo caso il buon Maurizio ha pensato bene di portarmi il Vinho verde portoghese, originario della provincia del Minho, nel nord del paese.
Che il Portogallo non sia ormai solo identificabile con il Porto, credo sia ormai accertato e non solo dagli addetti ai lavori.
Certi rossi appena barricati che ho assaggiato e di cui ho fatto recensioni nel passato su questo blog credo lo dimostrino ampiamente.
Il Vinho verde è per sua natura un vino giovane, duttile, stuzzicante.
Può essere anche leggermente frizzante per via di una piccola aggiunta di anidride carbonica appena prima di metterlo in bottiglia, ma in altri casi viene imbottigliato anche senza.
La zona di produzione è tra le più belle del continente, con i suoi scorci, le scogliere alte e rocciose spazzate dai venti umidi provenienti dall'Oceano Atlantico, con un entroterra composto da dolci valli scavate da lenti fiumi che degradano verso il mare.
Come in tutte le terre che l'uomo ha saputo strappare alla natura, anche qui ci sono terrazzamenti e infiniti filari di viti ben tenute, che ho potuto constatare in un altra vita durante un mio viaggio in quei posti (e, orrore, ancora non ero un vero appassionato di vino).
Le esportazioni di questo vino sono sempre state piuttosto limitate, visto l'elevato consumo locale e la presenza di un certo turismo.
Diversi sono i vitigni che in purezza o in uvaggio rientrano a comporre il vinho verde, ma tra questi l'Alvarinho, con i suoi intensi e apprezzati aromi di frutta tropicale è forse il più prestigioso.
Tra le altre possiamo annoverare Arinto, Laureiro, Trajadura e Azal.
Venendo nello specifico alla bottiglia da me assaggiata, il produttore Casa de Vilacentinho che produce il vinho verde dal vitigno Avesso, ho potuto constatare un impianto olfattivo nitido, intensamente fruttato e floreale, aromatico, con un tocco di mineralità elegante che ricorda la pietra bagnata, che anticipa un sorso pieno, ma anche morbido nonostante il naturale sottofondo citrino.
Un bel bere, grazie Mau
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