Dopo un po' di assenza e molti post di tante regioni diverse, torno a parlare di Friuli, tramite l'azienda agricola Pradio, di proprietà della famiglia vicentina Cielo.
La loro produzione che è incentrata sia sui vitigni autoctoni, sia su quelli internazionali, come del resto è tradizione della maggior parte dei produttori della regione.
Il Friuli è infatti una terra estremamente versatile ed eclettica, capace di grandi bianchi internazionali, ma anche di vere e proprie chicche regionali (Picolit e Terrano su tutti).
Una terra di confine che è la patria di vero e propri liberi pensatori del vino moderno, quasi più filosofi che contadini o imprenditori.
Ne sono nati tanti dopo Gravner, preso come punto di riferimento che ha saputo trainare un intero settore con le sue idee innovative e insieme di ritorno ai fondamentali.
Ma è anche una terra di prodotti dall'ottimo rapporto qualità-prezzo e, a differenza del vicino Veneto, che in alcuni casi ha svaccato su produzioni di bassa qualità e alta resa, grazie a infinite pianure coltivate con agricoltura intensiva e meccanizzata.
In Friuli complice il terreno e le condizioni climatiche non proprio standard per la produzione della vite, i produttori hanno quasi sempre scelto la strada della qualità e del rispetto del territorio.
Nel caso specifico di Pradio, ho assaggiato il Crearo, un Cabernet Sauvignon di grande eleganza ed equilibrio, con delle eleganti note di erba falciata, pepe nero e molta frutta rossa matura al naso, mentre il palato si presenta con tannini vellutati, corpo pieno, buona struttura, con una particolare concentrazione-estrazione del frutto e un finale lungo e coerente.
Commenti
Posta un commento