Veniamo alla serata perfetta per eccellenza.
Si tratta di una delle tante cene organizzate dal 'gruppo dei soliti astemi' nella sua formazione classica.
E' una perfetta serata di settembre (per l'esattezza mercoledì 12 settembre 2018), dove tutto ma proprio tutto è al posto giusto, partendo dalla location, un ampio terrazzo nel centro storico di Monza dove il silenzio regna sovrano.
La temperatura è di quelle che ti permette di stare in maniche corte e pantaloncini senza sudare e senza avere freddo, il cielo è limpido e stellato.
La cena parte con una bella foto nella quale vengono immortalati, per la prima e ultima volta su questo blog, i visi sorridenti del gruppo storico dei soliti astemi.
Si parte con un prosecco di qualità come il Rustico di Nino Franco, praticamente una certezza nell'ambito del prosecco, con le sue note affettate e giovanili, le bollicine che solleticano dolcemente il palato e aprono ad una tranquilla serata in compagnia di amici.
E' anche la serata che pone idealmente fine al terzo anno di cene tra di noi e naturalmente scattano ricordi di cene e bevute storiche.
L'entrè è una padellata di 1 kg di gustosi gamberi appena scottati accompagnati da Vigna dei Gabri, un intrigante bianco di Donnafugata, piacevolmente esuberante nelle sue note di pompelmo rosa, mentuccia e fieno.
In bocca è appunto salato, fresco e incredibilmente equilibrato e con una lunghezza proporzionata alla delicatezza dei gamberi.
Si prosegue con un gustoso pesce azzurro al forno corredato da un contorno di patate, olive nere e verdi e pomodorini che abbiamo abbinato al Capichera, uno dei più famosi e quotati Vermentino di Sardegna, che tramite un sapiente utilizzo di acciaio e botte sanno riproporre anno dopo anno la tipicità del Vermentino sardo a livelli elevatissimi.
Piacevoli le note iodate, di agrumi e di timo, mentre la bocca si sviluppa su toni eleganti e succosi, con finale dalla lunghezza imbarazzante.
Infine si è deciso di 'meditare' con il Turriga di Argiolas, un vero capolavoro dell'enologia sarda.
Argiolas rappresenta una sorta di simbolo per la Sardegna e della sua capacità di saper fare le cose ad alti livelli anche in enologia.
Da uve cannonau con un piccolo saldo di altre uve come il bovale sardo, il carignano e la malvasia nera, propone complesse note fumè e tabacco, spezie e pepe nero che fanno da contorno ad una struttura piena, con tannini vellutati e un sorso succoso e maturo.
Equilibrio perfetto e finale da maratoneta keniano alle olimpiadi.
Che dire: grande serata, bella compagnia, ottimo cibo e vino superlativo.
La vita è talmente bella che, quasi quasi, è un peccato andare a dormire.
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