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Bric Amel di Marchesi di Barolo annata 2016



Una esperienza abbastanza comune tra i consumatori di vino poco esperti quella di apprezzare i prodotti delle aziende viticole sulla base di semplificazioni quanto meno grossolane.
Un esempio: il Friuli e il Trentino sono terre di bianchi, il Piemonte e la Toscana di rossi.

Bene nessuno mette in dubbio che in alcune regioni per motivazioni storiche, pedoclimatiche o per semplice abitudine consolidata dagli stessi produttori, riescano meglio alcuni vitigni autoctoni o alloctoni rossi e in altre quelli bianchi.

Un esempio è il Piemonte, terra tradizionalmente di grandi rossi, con l’eccezione nella testa della maggior parte dei consumatori della zona di produzione del Moscato d’Asti.

Eppure il Gavi ottenuto dal vitigno autoctono Cortese sa raggiungere vette molto alte sia nella versione fermo come nella versione spumantizzata.
Vogliamo invece parlare dell’enorme potenziale che solo da pochi anni (e grazie a qualche illuminato produttore) si sta iniziando a intravvedere per il Timorasso?
E ancora potremmo soffermarci a lungo sull’eleganza dell’Erbaluce di Caluso sia nella versione fermo che nella versione passito, oppure della estrema versatilità dell’Arneis sui piatti della cucina di tutti i giorni.

Questo pensavo dopo aver parlato con un mio amico, che dopo avergli raccontato di aver assaggiato un ottimo bianco di un importatante produttore di Barolo piemontese, se ne è uscito con la tipica frase ‘ma in Piemonte riescono bene solo i rossi’.

Il produttore in questione si chiama Antiche Cantine dei Marchesi di Barolo, con sede a Barolo, azienda dalla storia pluricentenaria, che di recente ha allargato i suoi confini anche nelle terre del Barbaresco, tramite l’acquisizione di Cascina Bruciata, 8 ettari tutti accorpati nel cru Rio Sordo di Barbaresco e vitati prevalentemente a Nebbiolo.
Dei marchesi di Barolo ho di recente assaggiato il Bric Amel, che tradotto dal dialetto significa ‘collina del miele’, probabilmente in riferimento ad un progetto seguito dal produttore per ri-avvicinare le api ai vigneti.

Il Bric Amel è un blend di Arneis, Chardonnay e Sauvignon che crescono su un terreno calcareo e ricco di sabbie quarzose e argilla che donano struttura e immediata espressione al bouquet.
A parte il solito processo di vinificazione che avviene separatamente per ogni vitigno al fine di permettere la raccolta al momento ottimale, l’assemblaggio avviene dopo un ulteriore periodo di fermentazione dei singoli vitigni al fine di permettere ad ogni differente varietà di esprimere al meglio le proprie peculiarità.

Nel bicchiere il Bric Amel si presenta di un giallo paglierino carico, con un bouquet nitido dove predominano le note fruttate di pesca e albicocca e ancora sentori di acacia e gelsomino.

In bocca è armonioso, sapido, delicatamente minerale, con convincente acidità ma senza eccessi, buona propensione all’allungo e capacità di mostrare delicate e variegate sfumature ripetendo gli assaggi a distanza di tempo.


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