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I grandi assaggi di Baccanera: Cuvée Bois di Les Cretes



I grandi assaggi di Baccanera sono e saranno dei post nei quali cercherò di trasmettere le emozioni suscitate nel bere vini che personalmente considero di prima fascia.

A mio avviso la fascia non è legata al prezzo, comunque sicuramente sopra la media e non affrontabile tutti i giorni a meno di non essere un ricco nababbo, ma piuttosto ad un insieme di requisiti gusto olfattivi (usando un termine tanto caro agli amici dell'Ais) di netta superiorità rispetto appunto ad un vino di medio livello o anche facendo un semplice confronto rispetto a vini composti dal medesimo vitigno.  

Tra questi vi è sicuramente il Cuvée Bois di Les Cretes, un classico vino di montagna.

Vi risparmio tutta la classica argomentazione che in questi casi molti blogger o siti che parlano di vino, anche solo per allungare il brodo, vi rifilano sulla viticoltura 'eroica', sulle pendenze, sulla vendemmia rigorosamente e naturalmente manuale ecc, per concentrarci invece sulle sensazioni che questo vino mi ha dato mentre lo stavo di recente assaggiando.

Doveroso comunque un piccolo intermezzo su Les Cretes che è riconosciuto a livello planetario come un ottimo produttore.

Oltre a molti vini di ottimo livello, ha avuto la possibilità, sicuramente data dal terroir, e la bravura e capacità, data dalla tenacia, dalla volontà e dalla passione, di creare un vino di livello TOP.

Lo Chardonnay è un vitigno internazionale, coltivato un po' dovunque, ma giustamente non dappertutto riesce in questo modo.

La Cuvée Bois di Les Cretes è un vino che per intensità di profumi dove convivono ben netti e distinti oltre alla classica foglia di pomodoro, anche note più delicate di fiori gialli, frutta tropicale e citronella.

E' comunque al palato che riserva le sorprese più interessanti con la sua buona spalla acida e la sua accentuata sapidità che può arrivare quasi al sapore salino, per poi rimandare ancora a delle eleganti note di limone.

La sua intensità non ha confini e questo quasi per paradosso è il suo limite visto che non è di semplice abbinamento.

Provato infatti con una strepitosa ricciola cucinata al forno con capperi, olive taggiasche e pomodorini ha prevalso in maniera abbastanza soverchiante proprio in termini di lunghezza più che sulla struttura.

Abbiamo quindi finito per assaggiarlo come vino da meditazione e la bottiglia è rapidamente terminata.

Chapeaux.



    

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