Non sono solito assaggiare vini stranieri e non lo faccio per sciovinismo ma perchè spesso i vini sono più difficili da trovare e spesso sono più cari, soprattutto i francesi.
Se poi si tratta di Borgogna, ovvero la zona più aristocratica a livello enologico della Francia, questa affermazione la differenza di prezzo rispetto ad un vino italiano dello stesso livello può essere alcune volte imbarazzante.
Tuttavia se capita, come questa sera, di assaggiare un Pouilly-Fuissè di certo non mi tiro indietro.
A differenza di altre zone viticole francesi, qui l'estrema frammentazione delle terre vitate è la causa ma anche la felice imprevedibilità del vino della Borgogna.
Un territorio quindi che, più di altri, assomiglia a molte realtà italiane anche se microclima, terreno e talvolta tecniche di coltivazione possono essere molto diverse dai territori nostrani.
In questo terreno argilloso-calcareo Domaine Mathias produce uno Chardonnay di prim'ordine.
Questa zona di produzione che merita un discorso a parte rispetto alla tradizione rossista di tutta la Borgogna; qui infatti sono i bianchi e in particolare lo Chardonnay a primeggiare grazie appunto al terreno argilloso e alcalino tanto caro al vitigno d'Oltralpe.
Si dice che il miglior Pouilly-Fuissè con il tempo possa crescere fino a diventare un vino ricco e pieno, sviluppando una sontuosa corposità che riempie il palato e soddisfa il wine lover più esperto.
Come nel caso di questo Chardonnay, che appunta risulta corposo, pieno, invitante, suadente, è stato utilizzato legno di rovere in misura però molto limitata o comunque permettendo al vino di arricchirsi di complessità e opulenza senza perdere freschezza ed agilità al palato.
Ottimo prodotto di uno dei produttori più ambiziosi della zona.
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