Anche quest'anno non potevo perdermi il Vinitaly, l'appuntamento più importante del vino italiano, in attesa di vedere crescere altre belle manifestazioni come la Wine Week di Milano.
Vinitaly quindi è tutt'ora e rimarrà nei prossimi anni un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano il vino, lo sanno interpretare, ma al contempo sono curiosi di assaggiare nuovi vini e nuovi produttori, oltre che poter parlare (la maggior parte delle volte) direttamente con i produttori che, come si usa dire, ci mettono la faccia dietro il loro bancone di assaggio.
Anche quest'anno come sempre, Baccanera si è scrupolosamente preparato una lista di produttori e di vini da assaggiare, tutti rigorosamente mai bevuti.
Anche quest'anno e anche più di altri anni, ho trovate tantissime sorprese positive, alcune addirittura clamorose nel sempre più importante rapporto qualità-prezzo.
Se da un lato chi legge questo blog credo sia già portato per natura a scartare i vini da Gdo da 2 euro la bottiglia da 2 litri, da un mio personalissimo punto di vista trovare vini costosi e buoni è chiaramente più facile, fino però arrivare alla naturale conclusione che oltre un certo prezzo, la differenza tra la qualità del vino bevuto e il suo prezzo non trova più nessun equilibrio accettabile.
In questo non ne faccio una questione di portafoglio ma di semplice ragionamento logico basato su ormai migliaia di assaggi di tutti i tipi di vini e per tutte le tasche.
Questioni filosofiche a parte veniamo alla parte più interessante, che poi si sostanzia in un riassunto di alcuni produttori e di loro relativi vini, tralasciando purtroppo, per mancanza di tempo, molti altri produttori di cui magari un giorno riuscirò anche a parlare.
Camillo Montori
Ad ogni Vinitaly c'è un produttore che più di altri rimane nel cuore.
In questo 2019 non posso che parlare di Camillo Montori, azienda agricola abruzzese che non a caso ha vinto tre premi su tre guide del vino italiano.
La sua linea Fonte Cupa, quella più prestigiosa, mi ha letteralmente stregato e ancora prima di conoscere il prezzo delle bottiglie.
Partendo dal loro Cerasuolo d'Abruzzo, un vero tripudio di frutti di bosco succosi e freschi, passando per un Trebbiano con il quale, senza scomodare campioni nazionali affermati (v. Valentini), hanno dimostrato come, da un semplice vitigno diffuso un po' in tutto il centro Italia, possa derivare un vino di classe ed eleganza, sostanza e immediato godimento, insomma da berne a secchiate ma sorseggiandolo e centellinandolo come solo i grandi vini.
Infine da premi ma più ancora da applausi il loro Montepulciano Riserva, la cui estrema complessità olfattiva si dipana in un equilibrio tannico e gustativo di assoluta eccellenza.
Quattro chiacchere con il produttore, che si è dimostrato molto disponibile e aperto a tutte le nostre infine domande e ad una prolungata permanenza al banco, completano il profilo del vincitore del mio personalissimo premio Baccanera Vinitaly 2019.
Del resto è in buona compagnia se si considera che lo scorso anno è stato il turno di Tenute Roveglia e di Polvanera per quello precedente.
Chapeaux e di sicuro ci sentiremo per l'aquisto di bottiglie.
Vigne Surrau
In un anno non certo entusiasmante per il Vermentino e per la Sardegna in generale, Surrau ha fatto un grande lavoro.
Le piogge incessanti che hanno accompagnato la fase vegetativa potevano anche andare bene, ma quelle che hanno accompagnato l'agostamento fino alla vendemmia non hanno certo portato beneficio al prodotto finale.
Nel bicchiere il Vermentino è risultato visivamente più chiaro, slavato, meno minerale e meno sapido.
In tutto questo contesto non positivo, il grande lavoro di Vigne Surrau, grazie anche alla vendemmia tardiva sulla pianta, ha dato i suoi frutti, restituendo un Vermentino di grande valore, sugli scudi per sapidità, mineralità e personalità complessiva.
Lo Sciala in particolare gode della selezione delle migliori uve delle vigne di Surrau e di un breve contatto delle bucce con il mosto e il risultato è eccellente.
Niklas
L'Alto Adige di Niklas è quello che tutti si aspettano.
Vigne ben pettinate, nulla fuori posto, tutto ordine e organizzazione.
Il suo Lagrein Riserva Mondevinum è invece un coacervo di sensazioni esplosioni olfattive che oscillano tra la frutta rossa matura e la frutta nera cotta, la liquirizia e il sottobosco, mentre la fase gustativa si sviluppa in verticalità, purezza, mineralità con l'innegabile pregio di una grande bevibilità.
Qualità quest'ultima non sempre facilmente riscontrabile sui vini di un certo peso e che personalmente riscontro con estremo piacere nei Barolo Monvigliero.
Peccato solo non aver potuto discutere di più con il produttore, distratto da un simpatico gruppo di perditempo alla improbabile ricerca di darsi un tono da esperti.
Principe Pallavicini
Che il Lazio sia ormai considerato una terra dal grande potenziale vitivinicolo credo ormai sia stato sdoganato da tempo.
Tuttavia devo ammettere che mi ha comunque sorpreso trovare a pochi chilometri a sud di Roma, sulle colline di origine vulcanica nella zona di Cerveteri, una azienda che produce (tra le altre cose) uno dei migliori passiti che abbia assaggiato di recente.
Lo Stillato viene prodotto tramite la Malvasia puntinata del Lazio in purezza, per una resa di 40 q/ha e una maturazione sulle fecce nobili per 12 mesi.
La criomacerazione e vinificazione in riduzione a basse temperature completano il perfetto lavoro in vigna e consegnano un vino che già all'olfatto trova d'accordo tutti sulla lunga e ben definita sequenza di nuance che vanno dalla mela cotogna, al succo di pesca, dalle note di miele di castagno alla pasticceria secca ecc
In bocca sorprende, come in tutti i grandi passiti, per una acidità che contrasta alla perfezione la dolcezza senza annullarla ma sostenendola durante la bevuta.
Anche qui siamo di fronte ad un rapporto qualità-prezzo da urlo di Much.
Ottime le spiegazioni dell'enologo di Principe Pallavicini che si è addentrato in pazienti spiegazioni tecniche che per Baccanera sono sempre molto molto interessanti.
Chapeaux.
Ci sarebbero tanti altri assaggi interessanti di cui avrei avuto il piacere di scrivere (dei 28 effettuati) ma preferisco non annoiarvi oltre e lasciarvi con queste quattro vere chicche, delle piccole entusiasmanti scoperte (per me).
Quattro piccoli capolavori garantiti da Baccanera.
A presto
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