Ai giorni nostri per quanto riguarda i vigneti, Barale possiede 10 ettari di cui una parte nella zona Bussia, considerata una delle più rinomate per la produzione di Barolo, in grado di sviluppare prodotti strutturati e longevi.
L'azienda è a conduzione biologica e ha sviluppato un interessante studio sui lieviti indigeni dell'uva delle sue vigne, che poi vengono utilizzati per la fermentazione del vino in botte.
La filosofia aziendale è in parte riassumibile con la convinta attività e sperimentazione sui lieviti indigeni e alla ferma convinzione da parte dell'azienda che il loro utilizzo, al posto dei lieviti acquistati in commercio, porti a mantenere un alto grado di tipicità dei vini prodotti; il tutto tenendo conto della notevole evoluzione che si è avuta negli ultimi anni sulle tecniche di biologia molecolare, che ha consentito di evitare i rischi di sviluppare difetti organolettici nei vini.
L'uva del Barbaresco Serraboella arriva dalla omonima vigna a conduzione biologica a basso impatto ambientale.
La fermentazione e la macerazione avviene in tini di legno da 50 hl per circa 30 giorni, con frequenti rimontaggi.
L'affinamento viene invece effettuato in botti di rovere per circa 2 anni, prima dell'imbottigliamento senza subire nessun tipo di stabilizzazione.
Nel bicchiere l'annata 2010 mostra un rosso granato e un naso etereo, tannico, con note di cassis, bastoncino di liquirizia e viola appassita.
Per quanto riguarda il palato spicca la trama tannica evidente, sostenuta da un tratto salino e da giusta contrapposizione di alcol e glicerina.
Il sorso in generale è pieno e strutturato e di chilometrica persistenza.
Commenti
Posta un commento