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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

VERMENTINO (2009) - ROCCHE DEL GATTO

Ancora un vino di 'Le Rocche del Gatto'. Un bel vermentino che come lo spigau ha fatto una lenta macerazione sulle bucce, donando al vino un bel colore giallo oro. Mettendo il naso nel bicchiere si sentono netti e ben definiti sentori di frutta e fiori, in particolare la pesca gialla e l'ananas. In bocca ha una buona nota salata e buona persistenza, ottima anche la freschezza ben bilanciata con le morbidezze, in particolare una discreta sensazione pseudocalorica. Insomma un altro bel prodotto di De Andreis e, devo confessarlo, un po' me lo aspettavo visto che avevo assaggiato in precedenza il suo Spigau 2007. Anche il Vermentino ha un che di selvatico, erbaceo, naturale forse dato dalla macerazione delle bucce o forse dall'uso di lieviti autoctoni o forse ancora da pratiche di cantina molto poco invasive ma probabilmente da un po' di tutto questo e altro ancora. Non mi dispiacerebbe un giorno andare a trovarlo in cantina e farci quattro chiacchere.

SPIGAU CROCIATA (2007) - LE ROCCHE DEL GATTO

Lo Spigau Crociata 2007 di Le Rocche del Gatto è il classico vino che non può lasciare indifferenti. Prodotto nel retroterra di Albenga, vino dalla connotazione territoriale e dalla personalità esuberante lo Spigau fa una lenta macerazione sulle bucce; da qui si connota il bel giallo oro 'antico' (l'oro della nonna), vivo e brillante. Al naso si delineano netti e ben definiti profumi di fiori gialli, albicocca, erbe aromatiche e in sottofondo una leggera sfumatura di idrocarburi proprio come i riesling. In bocca è avvolgente, pieno forse leggermente amarognolo e qui ci si deve un po' abituare, con una lunga persistenza su una bella scia salmastra. E' insomma un Pigato anomalo, che si discosta fortemente da quello della Doc, che infatti non riesce a ottenere sia per il colore molto più carico, ma anche la struttura e la complessità ben maggiori. Davvero un bel vino, con un rapporto prezzo-qualità molto alto, frutto di una regione che sta sempre più sorpren

LAMBRUSCO GASPAROSSA (2012) - RIGHI

In Castelvetro, provincia di Modena, si produce il famoso Lambrusco Gasparossa. Con un titolo alcolometrico di 10,5%, il suo tipico profumo vinoso e la forte acidità il Lambrusco Gasparossa di Righi è la tipica espressione del suo territorio. Delicate note fruttate di frutti a bacca rossa, mirtilli, more. Il colore violaceo e una bella spuma vivace e persistente completano il profilo di questo semplice vino. Devo ammettere che non sono un amante del Lambrusco ma ieri servito ad una temperatura abbastanza fresca (quasi come un bianco strutturato) ha trovato il suo ideale accompagnamento con un piatto di salumi misti.

VINO VIP DI CORTINA 2013

Alla rassegna ‘Vino vip di Cortina 2013’ in programma dal 13 al 15 luglio è stato trattato tra gli altri l’argomento quanto mai attuale della promozione del vino italiano all’estero e in particolare nei mercati emergenti. Dai dibattiti è emerso come le aziende italiane che vogliano investire in comunicazione si trovino spesso da sole e impreparate ad affrontare i mercati emergenti come la Cina, a differenza dei produttori di paesi come la Francia, l’Australia, il Cile e la Spagna che si presentano invece compatti grazie ad organismi ad hoc. Dopo la sfida della qualità e quella dell’identità del prodotto, il passo successivo del variegato panorama vitivinicolo italiano deve essere quello di riuscire a penetrare commercialmente nei mercati esteri con investimenti in grado di centrare il bersaglio dell’attenzione del consumatore finale, con l’aiuto di organismi quali l’Italia del Vino Consorzio e l’Istituto Grandi Marchi.

GRECO DI TUFO DOCG (2011) - AZIENDA AGRICOLA DI MARZO

Storica azienda di Tufo, le Cantine Di Marzo hanno cambiato proprietà nel 2009. Da allora hanno puntato decisi sul Greco, vista anche la vocazione dei terreni dell'azienda e il buon successo italiano e internazionale di questo vitigno. I vigneti situati nella zona di Tufo, e più precisamente nella frazione di San Paolo, ad una altitudine di 350-500 m.s.l.d.m., su un terreno calcareo-argilloso tipico della zona. Di colore giallo paglierino con riflessi d'oro, consistente nel bicchiere. Naso opulento di albicocca, pesca matura e eucalipto. In bocca è fresco e sapido e con precisi ritorni olfattivi, da notare anche una buona sensazione pseudocalorica. Buona persistenza su una scia sapida, minerale e di mandorla amara. Servito a 10-12 °C, si è abbinato perfettamente ad un piatto di mazzancolle su un letto di rucola e pomodorini (del mio orto). Prosit.

ROERO ARNEIS BATTIBECCO DOCG (2012) - AZIENDA AGRICOLA CASCINA CA' ROSSA

L’Arneis, chiamato con una certa enfasi il ‘Nebbiolo bianco del Roero’, è uno dei cinque vitigni bianchi piemontesi. Non è certamente quello con la maggiore capacità di invecchiamento come il Timorasso e neanche quello con più struttura come il Cortese di Gavi. Assomiglia invece più ad un Erbaluce per i sentori di frutta come mela verde e lime, e i delicati profumi di fiori di campo. Ha una beva facile e coinvolgente, con note leggermente amarognole; ideale in abbinamento a piatti di pesce ma anche con il vitello tonnato se vogliamo rimanere nel territorio piemontese. L’Arneis vende circa 4 milioni di bottiglie l’anno, ma non ha sempre avuto la stessa fortuna di oggi. Fino agli anni ’70 era considerato un vino da taglio, utilizzato in particolare per ingentilire il Nebbiolo. Poi grazie a sperimentazioni sul campo ma anche in laboratorio da parte della facoltà di agraria di Torino il vitigno venne migliorato molto in termini di qualità. Il Battibecco dell’azienda ag

CINQUE TERRE DOC (2010) - CANTINA CINQUE TERRE

Scegliendo la bottiglia in enoteca, mi vengono subito in mente immagini della viticoltura ligure, chiamata con enfasi ma assolutamente a ragione con  l'aggettivo 'eroica'. Montagne che si ergono a ridosso del mare e filari di vigne a inseguire le interminabili curve; i muretti a secco, opera di instancabili vignaioli, con i sassi posati uno a uno nel corso del tempo . . . . A differenza della pianura la viticoltura è forzatamente manuale, i trattori non potrebbero nemmeno arrivare fin lassù, e ancora meno passare tra i filari stretti e terrazzati. Le giare portate in spalla e al più una teleferica al termine di un filare per trasportare l'uva a valle verso i camion e le cantine. A differenza degli altri vini della regione, il Cinque Terre è prodotto con uvaggi diversi, in particolare il bosco che regala struttura, il vermentino che conferisce profumi e l'albarola che apporta acidità e quindi freschezza. Molto bello l'impatto visivo del vino nel bicchie

SOAVE CLASSICO (2012) - BOLLA

I vitigni utilizzati per il soave sono la garganega e il trebbiano di soave, con i suoi grappoli spargoli e come bruciati dal sole che crescono su terreni di origine vulcanica e ricchi di minerali. All'aspetto è giallo paglierino scarico con riflessi verdolini. Lo metto al naso: si percepiscono subito le note fruttate e floreali su tutto la pera e la mela mature ma possiede anche una spiccata mineralità. In bocca è pieno, fresco ed ha una buona salinità. Finale abbastanza lungo e piacevolmente amandorlato. Nel complesso è un vino equilibrato, con una perfetta corrispondenza tra naso e bocca. Insomma non è certo il vino della vita ma un buon prodotto per accompagnare i piatti di tutti i giorni.

CHARDONNAY VALLE D'AOSTA DOP (2011) - LES CRETES

La Valle d’Aosta negli ultimi anni ha intrapreso un percorso di lenta ma costante crescita nel vasto panorama vitivinicolo italiano e internazionale. E una parte del merito è sicuramente da attribuirsi ad una realtà produttiva estremamente interessante come Les Cretes, situata ad Aymavilles (AO). Ho provato lo Chardonnay 100%, annata 2011, prodotto da vigneti con una età media di 15 anni, su terreni morenici e sabbiosi con esposizione nord-est, ad una altitudine di 600-850 m.s.l.d.m. L’influenza del clima alpino, con i classici sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte, favoriscono la componente aromatica del vino, con un bouquet di fiori e frutti di notevole intensità. 40.000 le bottiglie prodotte di questo Chardonnay che dopo la fermentazione in vasche di acciaio a temperatura controllata, fa un affinamento di 6 mesi sui lieviti. Alla vista è giallo paglierino con ancora alcuni riflessi verdolini. Emerge su un bouquet di fiori e frutta fresca una elegante mi

MECZAN ALTO ADIGE DOC (2011) - JOSPH HOFSTATTER

Questo Pinot nero di Hofstatter cresce sull’altopiano di Mazon, ad una altitudine di 350-450 m.s.l.d.m, da dove domina le sottostanti e infine piantagioni di mele. I terreni esposti a sud-ovest, composti da un conglomerato di argilla, calcare e porfido, costituiscono l’ideale dimora per le radici dell’esigente Pinot nero, che può inoltre beneficiare dell’Ora, il vento caldo che spirando dal Lago di Garda ne garantisce l’adeguata ventilazione. L’annata 2011 ha potuto beneficiare di un clima mite che ha consentito una vendemmia tardiva rispetto al solito.  Nel bicchiere si presenta di un bel granato con ancora riflessi violacei. Naso di frutti rossi e funghi (ebbene si  . . . ) terra bagnata e un accenno di sottobosco. In bocca ha un grande equilibrio e persistenza, fine ed elegante come i migliori Pinot Noir. Bel vino di una annata che si annuncia molto promettente.

GEWURZTRAMINER ALTO ADIGE DOC (2012) - JOSEPH HOFSTATTER

Ho la fortuna di assaggiare per la seconda volta quest'anno un Gewurztraminer di Hofstatter. Questo vino può a ragione essere considerato il simbolo più classico dei Gewurztraminer prodotti in Alto Adige. I vitigni crescono sui dolci pendii del maso Kolbenhof, terreno marnoso fortemente vocato alla produzione di questa difficile uva, che infatti ricopre quasi il 100% della produzione di questa zona. L’annata 2012 deve scontare un inverno praticamente infinito, con frequenti e abbondanti nevicate fino a marzo, che ha costretto ad una rigorosa selezione delle uve. Intenso e abbastanza complesso si percepisce su tutto la frutta tropicale (ananas e papaia) e in generale la frutta matura. Il sorso è pieno e caldo, fresco e sapido ma forse un po' troppo morbido su un finale abbastanza lungo. E' a mio parere un Traminer molto classico, che non delude anche se l'annata non appare delle migliori.

MALENTRATA VAL DI CORNIA ROSSO DOC (2008) - VILLETTA DI MONTERUFOLI

La Val di Cornia è quella valle baciata da una grande fortuna vitivinicola che si estende dalla fascia costiera tra Piombino e San Vincenzo, per proseguire nell'entroterra nei comuni di Campiglia Marittima e Suvereto, per poi virare con decisione verso Sassetta e ancora più a nord e verso l'interno della Toscana fino ad arrivare a Monteverdi Marittimo, unico paese di quelli citati in provincia di Pisa. Se si prosegue ancora verso l'estrema propaggine settentrionale della Val di Cornia chiamata Canneto di Monteverdi Marittimo, troviamo la Cantina Villetta di Monterufoli, circondata da un delizioso paesaggio collinare dove si alternano boschi, ulivi e vigne, muretti a secco ai lati di strade poco trafficate e case sparse adagiate sui dolci pendii. La proprietà è di Saiagricola, veicolo societario facente parte della galassia Fondiaria-Sai rientrato poi in Unipol dopo il salvataggio in estremis del gruppo di Ligresti da parte delle Coop Emiliane. Proprio l'argomento

MULLER THURGAU DURELLO (2011) - CANTINA DI SOAVE

La classica acidità tipica dell'uva Durella, vitigno autoctono dei Monti Lessini situati tra Verona e Vicenza, unite alla freschezza e ai profumi dell'aromatico Muller Thurgau. Nasce quindi con l'idea di garantire freschezza e profumi intensi questa cuvee di due vitigni diversi tra loro ma che sanno amalgamarsi bene grazie alle loro principali caratteristiche. La cantina di Soave, famosa per il lavoro di qualità svolto nel corso di decenni, ha saputo meglio di altre cooperative italiane selezionare attentamente i soci con l'obiettivo ben preciso di migliorare anno dopo anno la qualità dei propri prodotti, con una particolare attenzione ai vitigni autoctoni come Garganega, base del Soave, e Molinara, Corvina e Rondinella da cui si producono Valpolicella classici, ripassi e Amoroni. L'ultimo acquisizione è la Cantina di Montecchia di Crosara che ha portato in dote la doc Lessini Durello. All'analisi visiva il vino si presenta cristallino nel bicchiere, c

CHATEAUNEUFE-DU-PAPE AOC (2010) - CHATEAU LA NERTHE

Ancora un vino francese ma profondamente diverso dal quello del precedente post. Storico produttore di cui si può far riscontrare la nascita nel lontano 1560, ha la maggior parte delle vigne sulle sponde del fiume Rodano, nell'omonima valle, su un terreno molto ghiaioso che permette il rilascio di notte alla vite del calore accumulato dai sassi, denominati galet, durante il giorno. Le viti hanno una vita media di 40 anni e qui si coltiva soprattutto Grenache e Syrah (più Syrah nella parte settentrionale della Valle del Rodano e più Grenache nella parte meridionale) con cui si produce lo Chateauneuf-du-Pape. Il Grenache (il vitigno più coltivato al mondo) dona al vino profumi di spezie e frutta cotta, mentre il Syrah conferisce profumi di frutti di bosco e da vini dotati di struttura e tannini vigorosi con capacità di invecchiamento. Di colore rubino con riflessi granati sull'unghia, si presenta con un bellissimo bouquet fruttato e floreale soprattutto frutti a bacca r