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Visualizzazione dei post da agosto, 2017

Il Friulano Riserva di Ronco Severo e la filosofia di Stefano Novello

Sarà l’influenza di alcuni grandi ‘pensatori’ del vino come Gravner o sarà semplicemente una pura casualità, ma il Friuli si distingue nettamente nell’ambito viticolo italiano per l’elevata concentrazione di produttori ‘estremi’, con una loro filosofia del vino ben definita che va ben oltre il concetto molto più semplice di come si vuole comunicare il vino. Sostanza e non apparenza, idee radicali capaci di fare sempre più breccia soprattutto verso un pubblico di consumatori più raffinato della media, alla ricerca di una filosofia da riscontrare nel bicchiere. Stefano Novello di Ronco Severo rientra a pieno titolo in questa categoria di produttori-filosofi, di quelli che hanno avuto il coraggio e la forza di dare una impronta chiara ai propri vini partendo da una idea di base. L’azienda di famiglia è stata fondata dal padre Severo nel 1968, da un piccolo appezzamento di tre ettari. Nel 1990 avviene la svolta: dopo un lungo periodo passato a lavorare in azienda Stefano

Gewurztraminer Heimbourg di Domaine Zind Humbrecht, annata 2000

Zind-umbrecht si trova a Turckheim, comune francese di poco più di 3.000 anime, in Alsazia. Anche se gli Humbrecht si occupano dell’attività viticola dal 1620, l’azienda nella sua formazione attuale nasce nel 1959 dalla fusione delle proprietà viticole delle due famiglie, mentre nel 1992 sono state abbandonate le vecchie cantine storiche di Wintzenheim per quelle attuali, più moderne ed efficienti. E’ stato Leonard Humbrecht a dare una impronta moderna all’azienda, decidendo di non aggiungere zucchero nel mosto, mantenere una resa molto bassa, portare la lavorazione delle vigne in coltura biodinamica e soprattutto riuscire a coltivare un’uva che fosse la perfetta espressione del suo territorio. Heimbourg è una piccola frazione di collina di 9 ettari a Turckheim, da dove arriva questo splendido Gewurztraminer, con pendenze spesso rilevanti e orientamento sud-ovest. Il suolo è di origine argillosa e calcarea, con una roccia chiara che si intravede tra i vigneti. Il G

Bric Amel di Marchesi di Barolo annata 2016

Una esperienza abbastanza comune tra i consumatori di vino poco esperti quella di apprezzare i prodotti delle aziende viticole sulla base di semplificazioni quanto meno grossolane. Un esempio: il Friuli e il Trentino sono terre di bianchi, il Piemonte e la Toscana di rossi. Bene nessuno mette in dubbio che in alcune regioni per motivazioni storiche, pedoclimatiche o per semplice abitudine consolidata dagli stessi produttori, riescano meglio alcuni vitigni autoctoni o alloctoni rossi e in altre quelli bianchi. Un esempio è il Piemonte, terra tradizionalmente di grandi rossi, con l’eccezione nella testa della maggior parte dei consumatori della zona di produzione del Moscato d’Asti. Eppure il Gavi ottenuto dal vitigno autoctono Cortese sa raggiungere vette molto alte sia nella versione fermo come nella versione spumantizzata. Vogliamo invece parlare dell’enorme potenziale che solo da pochi anni (e grazie a qualche illuminato produttore) si sta iniziando a intravve