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LE BOLLICINE DELLA FRANCIACORTA A MILANO




Mi sono fatto tentare dalle bollicine e sono andato all’interessante evento organizzato dal Consorzio della Franciacorta in collaborazione con AIS Lombardia al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.
E’ stata una full immersion di bollicine e spuma, cuvée e Saten, sentori di costa di pane e note delicate di frutti di bosco con la presenza di 37 produttori della Franciacorta di varia grandezza e importanza.



Su tutti mi ha impressionato la ‘Cuvee Annamaria Clementi’ di Ca’ del Bosco con la sua attenta selezione delle uve e il lunghissimo affinamento a contatto con i lieviti. Ne risulta uno spumante di un magnifico colore oro brillante, un perlage elegante e persistente, dei profumi di straordinaria complessità abbinati ad un sapore ricco e consistente.




Di Berlucchi mi è piaciuto il ‘Rosè millesimato’ prodotto con Pinot nero (50%) e Chardonnay (50%) e un affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi.
Particolare la macerazione di alcune ore del Pinot nero con le bucce che consente di ottenere un colore del tutto particolare.
Bellavista ha proposto come unico vino il Cuvee Brut (Chardonnay 80%, Pinot nero e bianco 20%), ottenuto da 30 selezioni diverse e con l’utilizzo dei cosiddetti ‘vini di riserva’ in grado di mantenere un gusto uniforme nelle diverse annate. Grande finezza e armonia, ho riscontrato il perlage di gran lunga più elegante e persistente di tutti gli spumanti degustati, con una consistente spuma bianca in grado di pizzicare piacevolmente in bocca.
Particolare la composizione del Brut di Mosnel nato dalla unione di tre vitigni diversi: Chardonnay al 60% di cui un 30% fermentato in botti di rovere e un altro 30% in acciaio, Pinot bianco al 30% e Pinot nero al 10 % entrambi fermentati in acciaio e affinamento sui lieviti di 18 mesi.




Di Antica Fratta ho apprezzato il Rosè che si è distinto per dei finissimi profumi di sottobosco e in bocca un leggero retrogusto amarognolo.
E ancora mi è rimasto impresso il ‘Franciacorta Rosè’ di Contadi Castaldi, per il bel colore brillante prodotto con Chardonnay e Pinot nero, delicati profumi di rosa e una buona struttura in bocca.
Infine ho assaggiato, ma di cui devo ammettere di non ricordare con esattezza le sensazioni provate, il brut di Vezzoli Giuseppe e di Ricci Curbastro, il saten di Bonomi e il brut millesimato di Enrico Gatti.



Nel finale mi sono concesso il Sebino Passito ‘Sulif’ di Mosnel, prodotto con uve Chardonnay lasciate appassire su graticci fino alla prima decade di novembre e un affinamento di 18 mesi. Al naso ho riscontrato interessanti profumi di albicocca e miele di castagno sostenuti da una buona freschezza e sapidità al palato.


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