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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

In estasi per il Brunello di Montalcino della Tenuta Il Poggione

Brunello di Montalcino Il Poggione Del Brunello di Montalcino della Tenuta Il Poggione mi era già capitato di assaggiare l'annata 2009 lo scorso anno in occasione dell'avvenimento organizzato dall'Associazione Italiana Sommelier per i suoi (primi) 50 anni ( http://baccanera88.blogspot.it/2015/07/i-primi-50-anni-della-associazione.html ). Tuttavia si trattava di un assaggio veloce in mezzo a tanti altri assaggi, fatto in un caldissimo tardo pomeriggio di luglio, in una sala piuttosto affollata da tanti colleghi, appassionati, blogger e semplici curiosi. Mi è capitato ancora di assaggiare l'annata 2009 in una piovosa serata di metà ottobre, ad una cena da amici, in tutta calma, con la possibilità di studiarne attentamente tutte le infinite sfumature visive, olfattive e gusto-olfattive che un Brunello di classe è in grado di offrire. Al di là dei premi che ormai si sprecano, non ultimo il riconoscimento della influente e prestigiosa rivista americana Wine Specteto

Roero Arneis Sito dei Fossili Docg (2015) - Bric Cenciurio

Arneis Sito dei Fossili di Bric Cenciurio L'azienda Bric Cenciurio produce Barolo, Barbera e Arneis nelle Langhe e nel Roero e più precisamente a Barolo, Magliano Alfieri e Castellinaldo. L'Arneis è uno dei cinque bianchi piemontesi: Arneis, Cortese, Timorasso, Erbaluce e Moscato. E' molto diffuso nella zona del Roero, che grazie ai suoi terreni con forte concentrazione di sabbia è adatto alla coltivazione di questo bianco, in una regione come il Piemonte decisamente più famosa per i suoi ruspanti vitigni a bacca nera. Come altri vitigni autoctoni in tutta Italia, l'Arneis che da tempi antichissimi viene coltivato nel Roero, ha rischiato l'estinzione a cavallo delle due guerre mondiali a causa dello spopolamento delle campagne, oltre che per il fatto che la maggior parte dei produttori-contadini si sono concentrati verso i più remunerativi e rinomati rossi. Verso la fine degli anni '60 l'Arneis si era ridotto a pochi filari a contorno delle vit

La viticoltura eroica all'isola del Giglio con l'Ansonica di Le Greppe

Ansonica di Le Greppe Sono sempre stato particolarmente appassionato di viticoltura eroica e la coltivazione della vite all'isola del Giglio rientra appieno in queste caratteristiche. A livello morfologico l'Isola del Giglio ha un territorio quasi interamente montuoso che si getta nel mare cristallino e particolarmente apprezzato dai turisti nel periodo estivo. Il terreno è composto da roccia granitica con una minore componente di calcari cristallini e schisti verdi, su cui l'uva è storicamente coltivata ad alberello, con radici che affondano nella roccia e nel poco terreno a disposizione. Per quanto riguarda i vitigni utilizzati, qui da sempre viene utilizzata l'Ansonica, uva di origine greche che è adatta alla coltivazione in climi caldi e siccitosi. E sull'isola non mancano di certo il sole, il vento e il caldo, tipico di molte isole del Mediterraneo. A livello storico vale la pena citare i resti dei palmenti greci che testimoniano la presenza della

Ettamiano riserva annata 2011 di Cantina due Palme

Ettamiano di Cantina due Palme Cantina due Palme è una cooperativa di produttori che, sotto la sapiente guida di Angelo Maci, ha saputo creare una batteria di prodotti dall'eccezionale rapporto qualità-prezzo, con l'ulteriore nota positiva che i suoi vini incontrano il favore di una fetta di pubblico che va dall'inesperto bevitore, all'appassionato fino ad arrivare al sommelier professionista. I 1000 soci conferitori, i 2500 ettari di vigneto, milioni di bottiglie prodotte, più di 25 referenze sono numeri importanti, che riescono incredibilmente a parlarsi con una qualità produttiva invidiabile per produttori anche molto più piccoli. Tra la sua vasta produzione troviamo anche Ettamiano, un primitivo riserva che ho recentemente assaggiato nell'annata 2011, in una serata di insolito freddo autunnale dopo un settembre particolarmente caldo e senza pioggia. Anche l'Ettamiano non si discosta per rapporto qualità-prezzo a tutto il resto della vasta produzion

L'Austria del promettente Blaufrankisch

Anche se la maggior parte dei vini che trovate su questo blog sono italiani, appena posso amo assaggiare anche vini di altre nazioni più o meno famose produttori in campo vitivinicolo. Il caso dell'Austria è emblematico. Una nazione che non esporta tantissimo vino, ma che nel giro di un decennio è passata da una produzione improntata alla generosa quantità ad una ricerca del miglioramento qualitativo, e che nei vini bianchi ha delle potenzialità tutt'altro che scontate. Anche in Austria non mancano i vitigni internazionali ma sono i vitigni autoctoni a raggiungere i livelli più alti, come ad esempio i vini a base di Riesling e di Gruner Veltliner. Pur non avendo l'estrema varietà climatica dell'Italia, con un clima prevalentemente freddo e continentale, occorre sottolineare che le regioni più meridionali godono di un clima più favorevole, mentre il Danubio e il lago Neusiedl svolgono la consueta azione mitigatrice della maggior parte degli specchi d'acqua lon

Breganze Doc al Westin Palace di Milano

Undici produttori di Breganze Doc, che producono dai classici tagli bordolesi, al raffinato Torcolato, e ancora Vespaiolo in varie forme e declinazioni, si sono presentati un freddo pomeriggio di ottobre al Westin Palace di Milano per presentare le loro eccellenze. All'evento non poteva mancare Baccanera, che visto che era (quasi) di passaggio, ha ben deciso di fermarsi ad assaggiare dei prodotti che, anche se non possiamo definire di nicchia, certo non sono neanche poi così facili da ritrovare anche in una piazza importante come Milano. La Doc nata nel 1969 in provincia di Vicenza comprende i comuni di Breganze, Fara Vicentino e Molvena, più una parte di altri comuni limitrofi tra cui il più famoso è Bassano del Grappa. In questa zona molti viticoltori si sono concentrati sugli immancabili vitigni internazionali, raggiungendo delle buone performance con l'utilizzo della botte soprattutto per Cabernet e Merlot. Accanto a questa produzione alloctona molto diffusa,

L'Inferno Riserva Superiore di Rainoldi (annata 2010)

La Valtellina è da sempre una zona a grande vocazione viticola, dove cresce e prospera il difficile Nebbiolo, vitigno che fuori dal Piemonte riesce bene solo in questa valle, dalle pendenze spinte che fanno immediatamente richiamare il termine di viticoltura eroica di montagna. Qui i muretti a secco perfettamente conservati e la lavorazione manuale della vigna sono realtà che non trovano vita solo a parole sui siti internet ma direttamente nelle vigne. Il microclima del tutto particolare, l'esposizione obbligata a sud di tutti i vigneti, le forti pendenze, l'insolazione, unitamente ad un terroir unico con i suoi terreni leggeri, poco profondi e poco umidi e ad una età media particolarmente elevata dei vigneti, tutto questo concorre alla nascita di un vino nel cui potenziale avevano già creduto i monaci benedettini nel dodicesimo secolo, per poi proseguire nei secoli successivi anche grazie alla caparbietà di generazioni di contadini prima e contadini-imprenditori poi.

Un Chianti Classico tutto d'Oro (by Piccini)

Chianti Riserva Collezione Oro di Piccini Alcuni quando si parla di Chianti hanno ancora in mente la bottiglia da due litri impagliata, contenente un vino diciamo da tavola piuttosto modesto. Il Chianti che invece siamo abituati ad assaggiare a Baccanera di strada ne ha fatta e tanta. Innanzitutto occorre distinguere tra la zona del Chianti e quella del Chianti Classico. La prima è una zona di produzione molto vasta che comprende le colline tra Firenze, Siena, Arezzo, Pistoia e Pisa, le cosiddette sottozone. In genere il Chianti Docg è un vino che si esprime al meglio entro un paio d'anni, tramite l'esaltazione delle note fresche e piacevolmente fruttate. La zona del Chianti Classico ricopre invece una porzione di territorio più limitata, compresa tra i comuni di Siena e Firenze, includendo i comuni di Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, più una porzione di altri comuni limitrofi. In questa denominazione l'affinamento min