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La viticoltura eroica all'isola del Giglio con l'Ansonica di Le Greppe

Ansonica di Le Greppe


Sono sempre stato particolarmente appassionato di viticoltura eroica e la coltivazione della vite all'isola del Giglio rientra appieno in queste caratteristiche.

A livello morfologico l'Isola del Giglio ha un territorio quasi interamente montuoso che si getta nel mare cristallino e particolarmente apprezzato dai turisti nel periodo estivo.
Il terreno è composto da roccia granitica con una minore componente di calcari cristallini e schisti verdi, su cui l'uva è storicamente coltivata ad alberello, con radici che affondano nella roccia e nel poco terreno a disposizione.

Per quanto riguarda i vitigni utilizzati, qui da sempre viene utilizzata l'Ansonica, uva di origine greche che è adatta alla coltivazione in climi caldi e siccitosi.
E sull'isola non mancano di certo il sole, il vento e il caldo, tipico di molte isole del Mediterraneo.

A livello storico vale la pena citare i resti dei palmenti greci che testimoniano la presenza della viticoltura fino dai tempi antichi, mentre a livello generale un avvenimento che ha segnato la storia dell'isola è stato l'assalto del pirata Barbarossa nel 1544 che ha deportato praticamente tutti gli abitanti.
Un avvenimento drammatico dal quale l'isola si è ripresa molto lentamente e con lei la viticoltura e tutta l'agricoltura in generale.
Tuttavia la produzione di vino è pian piano risalita, soprattutto grazie alle esportazioni verso il vicino regno Pontificio, fino agli anni sessanta quando si è registrato un declino derivante da un generale abbandono dei giovani verso l'agricoltura faticosa e poco redditizia e in generale una costante emigrazione verso la terraferma.
Nel maggio del 1997 il convegno 'i vini delle piccole isole del mediterraneo', una delle cui tappe si tenne al Giglio, lanciò un allarme sulle condizioni della viticoltura sulle piccole isole, ormai in stato di abbandono.
Ma nel frattempo, e il motivo del convegno lo testimoniava, si stava registrando una parziale inversione di tendenza, con un sempre maggiore interesse dei consumatori verso vini non standardizzati, particolari e anche rari o comunque prodotti in numero limitato.

La rinascita della viticoltura dell'isola è passata per poche aziende, tra cui nel 2006 la società cooperativa le Greppe del Giglio, che  ha saputo unire le forze di 20 piccoli soci che oggi sono diventati 50.

Della loro piccola produzione ho assaggiato il Costa dell'Argentario Doc Ansonica, che nel bicchiere si veste di un giallo oro intenso che ricorda il sole estivo sull'isola del Giglio.
Tra i profumi spiccano delicate note di ginestra, poi si fa strada il bouquet più intenso della frutta tropicale con un particolare accenno minerale e vegetale di fieno.
In bocca si scopre leggermente tannico (probabile che faccia una leggera macerazione pellicolare), piacevolmente caldo e avvolgente con una sapidità indiscutibile e piacevole.
Buona anche la persistenza dove si fa largo un retrogusto leggermente amaricante.
Assolutamente da provare.





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