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I miei vini del 2015

Come ogni anno mi diverto a ripercorrere il mio viaggio nel mondo del vino e lo faccio rileggendo alcuni articoli scritti nel corso del 2015, alcuni recenti e altri più distanti nel tempo, come gli assaggi effettuati al Vinitaly di marzo o quelli (strepitosi) alla festa per i 50 anni dell'Associazione Italiana Sommerlier.
Di seguito in assoluto ordine sparso i dieci vini che più mi sono piaciuti in questo anno che sta per terminare.

Sfursat 5 Stelle - Nino Negri


L'ho degustato di recente a casa di amici wine lover e tutti abbiamo avuto la stessa impressione, ovvero di un vino che ad una potenza e struttura di tutto rispetto sa abbinare equilibrio eleganza e finezza.
Grande impatto olfattivo di terra bagnata, humus, prugna secca, tabacco, sottofondo balsamico e poi ancora tamarindo, china, liquirizia ......
In bocca all'opulenza del sorso si abbina grande pulizia, finezza e un equilibrio quasi miracoloso per un vino da 16 gradi di vol. alcolico.
Insuperabile.

Barolo Bricco Sarmassa - Brezza


Produttore storico e tradizionalista di Barolo sviluppa vini autenticamente territoriali, unici e dalla grande raffinatezza espressiva.
Il Bricco Sarmassa è una riserva che al naso possiede profumi che spaziano dalla confettura di prugna e amarena alla classica viola passita fino a spingersi nelle note eteree.
Palato raffinato, con tannini dalla trama finissima, corpo teso e decisa spinta acida.
Una tradizione da non perdere.

Cervaro della Sala - Castello della Sala


Stiamo parlando di uno dei più famosi e apprezzati bianchi italiani, prodotto dall'accoppiata Antinori-Cotarella e scusate se è poco.
Bouquet intrigante di pasticceria, seguito da un elegante vena vegetale,  per poi dipanarsi in marmellata di agrumi e frutta gialla, albicocca secca.
Al palato la naturale spinta acida fa capire che il 2012 è ancora una annata piuttosto recente per un bianco dall'insolita longevità, poi si sviluppa su un sorso pieno, imponente e al contempo di aristocratica finezza.
Celebrale.

Barbaresco Asili - Produttori di Barbaresco


Ero indeciso se inserire questo vino tra i primi dieci visto che quest'anno ho avuto la fortuna di assaggiarne di ben più costosi e conosciuti, poi ripensando al suo naso pieno e complesso di confettura di amarena, viola appassita, liquirizia e sublimi note mentolate, non ho potuto esimermi dal considerarlo un vero campione di rapporto qualità-prezzo.
Anche al palato non delude visto l'attacco deciso, i tannini fini ma presenti, il corpo teso, agile, il frutto croccante e la buona progressione.
Esempio di cooperativa vitivinicola da copiare per metodo di lavoro, rigore e serietà.
Chapeaux.

Scaccomatto - Fattoria Zerbina


Come già successo nel 2014 anche in questo 2015 i passiti italiani mi hanno continuato a sorprendere. Tra i diversi bevuti tutti di buon livello qualitativo lo Scaccomatto si è distinto per classe, eleganza, raffinatezza e il segreto è sempre lo stesso: selezione, selezione e ancora selezione.
Color oro antico, nel bicchiere sprigiona intensità e complessità che si identifica in sensazioni di albicocca disidratata, camomilla, miele di castagno, zafferano e delicate note eteree.
In bocca come per tutti i passiti di qualità superiore la differenza viene data da una generosa spalla acida che bilancia perfettamente le note dolci, oltre ad una presenza sapida significativa.
Tra i migliori passiti italiani.

La Scolca d'Antan - Soldati


Basterebbe dire che il d'Antan sosta 130 mesi sui lieviti contro i soliti 24 mesi che solitamente viene visto sul mercato delle bollicine nostrane per far capire che siamo di fronte ad un vino non proprio comune.
E infatti riesce quasi difficile interpretarlo tanto è fuori dagli schemi.
Cioccolato bianco, muschio, fiori gialli e bianchi, si mischiano per regalare al naso un bouquet del tutto inusuale.
Il sorso è una continua rincorsa all'equilibrio di una esuberanza che fatica a stare nei ranghi, incasellata in una finezza pura e cristallina.
Unico.

Montevetrano - Azienda agricola Montevetrano


Montevetrano è la storia del sogno diventato realtà di Silvia Imparato, fotografa con la passione per il vino che su un vecchio terreno di proprietà di famiglia decise di piantare Cabernet Sauvignon, Aglianico e Merlot e con l'aiuto di Cotarella di produrre un grande vino dove nessuno credeva si potesse nemmeno produrre un buon vino da tavola.
Il Montevetrano è elegante e strutturato, con tannini setosi e perfettamente amalgamati, con un olfatto di frutta matura, cioccolato e tabacco.
Elegante e di sostanza.

Es - Gianfranco Fino


Produttore dalla origini recenti ha saputo creare un vino che per diversi anni è stato considerato dalle varie guide il miglior rosso italiano.
Di certo nel berlo si può riscontrare una facilità di beva combinata a sensazioni tipicamente territoriali, mentre il naso è stupendamente raffinato con i suoi sentori di geranio, frutta rossa matura e grafite.
Conclude un finale di commuovente lunghezza.
Rivelatore.

Amarone della Valpolicella - Romano dal Forno


Anche se l'assaggio frettoloso che ho potuto dedicare a questo vino non mi ha permesso di apprezzarne appieno le peculiarità e certe sfumature che vengono tratteggiate sulle guide, non potevo non citarlo.
È stato per tanto tempo l'Amarone più premiato e di conseguenza più copiato, ma questo nessun produttore ve lo verrà mai a dire.
Il Monte Lodoletta è quello che di più tipico vi potreste aspettare da un Amarone a partire dall'opulenza dell'olfatto e del palato, la struttura imponente, il palato pieno e generoso, anche se a discapito di una certa agilità di beva.
Opulento e classicheggiante.

Titolo- Elena Fucci


Vino e produttore balzati all'onore della cronaca grazie ai giornali, che per una volta non si sono limitati a creare un caso (quello del bravo e giovane produttore lucano che decide ostinatamente di investire nella sua vigna anziché emigrare al nord) ma una volta tanto hanno saputo scovare davvero un bel prodotto.
Elena Fucci dedica tutte le sue cure in vigna e cantina ad un unico vino che con un solo anno di barrique e tanta selezione in vigna ha profumi di grande impatto olfattivo giocati su cuoio, tabacco, humus, pepe, mentre al palato può vantare tannini setosi, una piacevole vena minerale e buon equilibrio complessivi.
Un Aglianico concreto e operaio.


Per finire alcune citazioni di prodotti che non si possono paragonare ai primi 10 ma per rapporto qualità-prezzo, beva, genuinità e territorialità mi sono rimasti impressi.
Si parte dal Sorriso di Cielo di Pizzammglio, una malvasia piena e intrigante, poi cito il Pigato di Bio Vio che si esprime su eccellenti livelli grazie ad una piacevole sapidità e freschezza abbinati al frutto tropicale e ai fiori gialli e per finire il Bacchus di Ciu Ciu che considero il mio vino dell'anno per rapporto qualità-prezzo.



















Per finire volevo augurare a tutti i lettori di questo blog un felice ed enologico 2016 !!!

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