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Verticale di 12 annate del Barbaresco dei Produttori di Barbaresco



Il primo post dell'anno è dedicato ad una degustazione del novembre 2017 di cui non avevo trovato ancora il tempo di parlarvi.
Si tratta di una spettacolare verticale di dodici annate di Barbaresco Ovello dei Produttori del Barbaresco.
Una verticale iniziata con una commuovente annata 1978, proseguita con un superlativo 1982 per poi incontrare diverse altre annate degne di nota.
La caratteristica generale è che mentre le annate più lontane nel tempo avevano tutte note marcatamente diverse dalle altre, le annate più recenti hanno evidenziati gusti e nuance più omologati tra di loro pur se di alto profilo.
Ecco di seguito tutte le annate degustate: 1978, 1982, 1997, 1999, 2000, 2001, 2004, 2005, 2007, 2008, 2009, 2011.
Nessuna è risultata particolarmente sotto la media mentre quelle tra poco citate sono invece risultate annate particolarmente distintive sotto tutti i punti di vista.

Annata 1978

Forse non la migliore tra le migliori ma valeva la pena una citazione vista la tenuta complessiva, il tratto elegante e austero del sorso, tannini ancora ben presenti, mentre all'olfatto erano ancora perfettamente percettibili sentori di bastoncino di liquirizia, funghi, caffè con una leggera scia balsamica in sottofondo.
Un po' scarica di corpo ma non poteva essere altrimenti.
Citazione doverosa

Annata 1982

Probabilmente insieme alla 1997 la migliore in assoluto della serata. Del resto in altre verticali che mi è capitato di fare, il 1982 è sempre stata una annata storica.
Sublime il sorso ancora pieno, poderoso, invitante, mentre il naso rispetto al 1978 si arricchisce di intense note balsamiche, con un tratto etereo ben marcato, mentre si percepisce ancora ben presente la frutta nera cotta.
Annata storica.

Annata 1997


Altra grande annata, perlomeno qui in Piemonte.
L'analisi olfattiva è perfettamente integra con tutti i profumi che ti aspetteresti di trovare in un Barbaresco di grande classe.
Frutta nera cotta, spezie, tratti balsamici ed eterei, un sottofondo di caffè e liquirizia.
Al sorso è teso, pieno, e riunisce le note di grazia ed eleganza che solo un grande vino abbinato ad una grande annata sono in grado di poter dare.
Chapeaux

Annata 2001


Vino totalmente diverso da tutti quelli che lo hanno preceduto e che seguiranno la verticale per via di note invitanti da zucchero filato e caramella, mentre in bocca sfilano tannini particolarmente vellutati e invitanti.
In generale possiede una morbidezza quasi fuori dall'ordinario per un vino a base Nebbiolo.

Il tutto è stato accompagnato da uno spezzatino con polenta di Chef Fabrice e da una batteria di formaggi lombardi.


A margine della degustazione e per terminare in dolcezza la serata, oltre che per rimanere in tema di eccellenze italiane, abbiamo gustato un panettone stile classico del pasticcere Biasetto, già campione del mondo della patisserie.

Nato a Bruxelles, nel suo lavoro Biasetto riesce a riunire la razionalità con la creatività e l'abilità di trasmettere emozioni che solo i numeri uno nel loro campo riescono a dare.
Il panettone di Biasetto è un tripudio di emozioni artigianali unito ad una qualità che si percepisce elevatissima.





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