Passa ai contenuti principali

La piacevole classicità del Barolo Cerretta di Schiavenza



Ci sono Barolo rinomati e ci sono poi quelli delle cantine più piccole ma per questo non meno interessanti dei primi.
E' questo il caso di Schiavenza, che oltre a produrre un Barolo di assoluto rilievo è anche un ristorante piuttosto conosciuto nelle Langhe.
Rimanendo però al vino possiamo raccontare la storia di una azienda di piccole-medie dimensioni di Serralunga d'Alba, nata nel 1956 per opera dei fratelli Vittorio e Ugo Alessandria, oggi condotta dalla seconda generazione che ha mantenuto la rigorosità tradizionalista di produrre Barolo e dove più che il marketing e la pubblicità sotto varie forme ha decisamente puntato sulla qualità produttiva e sulla sostanza.
Solo 10 gli ettari di proprietà quasi tutti a Serralunga d'Alba su terreno fortemente argilloso e calcareo, in cui si produce Nebbiolo in varie denominazioni come Langhe Nebbiolo, Barolo Serralunga e Barolo nelle sotto-zone di Broglio, Prapò e Bricco Cerretta, da cui si producono vini come dicevo incisivi, piacevolmente rigorosi, dai sapori e profumi inconfondibili di Langa, con le sue innumerevoli sfaccettature che si affinano solo quando un vitigno complicato come il Nebbiolo si è capaci di aspettarlo senza fretta. 
Fermentazioni spontanee in vasche di cemento, invecchiamento in botti di rovere di Slavonia da 20-40 hl della durata di almeno 3 anni, sono il marchio di fabbrica di Schiavenza, per una produzione che si attesta intorno alle 44.000 bottiglie.

Il Barolo Cerretta, annata 2009, ha un colore rubino profondo, un naso di stampo tipicamente tradizionale, complesso e austero, con i sentori di liquirizia, humus, cuoio, spezie, viola appassita, con accenni di goudron ed un finale di erbe aromatiche, tutto in grande evoluzione bicchiere dopo bicchiere dove compaiono finissime note mentolate.
L'attacco gustativo si esprime in grande eleganza nonostante un grande apporto dei tannini, ancora molto fitti, una struttura piena sul frutto scuro, di grande complessità espressiva e lunghezza indefinita con finale piacevolmente minerale.
Oltre al grande rapporto qualità-prezzo, si può giusto aggiungere che l'annata 2009 può tranquillamente aspettare ancora molti anni prima di essere consumata.




Commenti

Post popolari in questo blog

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma...

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment...

Un Chianti Classico tutto d'Oro (by Piccini)

Chianti Riserva Collezione Oro di Piccini Alcuni quando si parla di Chianti hanno ancora in mente la bottiglia da due litri impagliata, contenente un vino diciamo da tavola piuttosto modesto. Il Chianti che invece siamo abituati ad assaggiare a Baccanera di strada ne ha fatta e tanta. Innanzitutto occorre distinguere tra la zona del Chianti e quella del Chianti Classico. La prima è una zona di produzione molto vasta che comprende le colline tra Firenze, Siena, Arezzo, Pistoia e Pisa, le cosiddette sottozone. In genere il Chianti Docg è un vino che si esprime al meglio entro un paio d'anni, tramite l'esaltazione delle note fresche e piacevolmente fruttate. La zona del Chianti Classico ricopre invece una porzione di territorio più limitata, compresa tra i comuni di Siena e Firenze, includendo i comuni di Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, più una porzione di altri comuni limitrofi. In questa denominazione l'affinamento min...