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Presentazione Guida Viniplus Lombardia 2017 - Parte II



Proseguiamo la carrellata degli assaggi effettuati durante la presentazione della Guida Viniplus Lombardia 2017 con i vini rossi e i vini dolci.

Vini Rossi

Prime nebbie Cascina Piano

Che si producesse vino in provincia di Varese per me era assolutamente una (gradita) novità. Infatti un po' come in altre zone della Lombardia, anche a Varese e dintorni l'agricoltura è stata progressivamente abbandonata come non redditizia a favore di una cultura della piccola e media impresa che ha portato il territorio a concentrarsi sui settori secondario e terziario.
Non che manchino terreni cosiddetti 'vocati' alla coltivazione della vite, considerando che sia sulla sponda piemontese del lago Maggiore, sia nel Canton Ticino la viticoltura è invece ancora molto praticata e il Nebbiolo anche in queste zone sa regalare buone soddisfazioni.
E' quindi stata una piacevole sorpresa ritrovare un vino a base Nebbiolo nella provincia di Varese e come sempre la curiosità di assaggiarlo è stata altissima.
Il Prime Nebbie di Cascina Piano è un Nebbiolo in purezza, con una resa di 80 q.li/ha, lunga macerazione e affinamento in fusti di rovere per 12 mesi.
Nel bicchiere è rubino scarico tipico del Nebbiolo, con in evidenza una leggera scia vinosa, una delicata vena fruttata, sentori di viola sul finale.
In bocca è fluido, con tannino ben bilanciato, una leggera scia di tabacco e discreta struttura.
Un buon punto di partenza per poter rilanciare la viticoltura di questa provincia.

Nino Negri Sfursat Carlo Negri 

L'annata 2013 è sicuramente ancora piuttosto giovane; una gioventù che si percepisce nei tannini ancora particolarmente ruspanti, ma in prospettiva sarà un ottimo vino.
Per il resto è il solito grande vino che fa della qualità un vero punto fermo.

Triacca Sforzato di Valtellina San Domenico 

Annata 2012 per questa bellissima bottiglia di Sforzato di Triacca, con sede a Campascio in Svizzera ma vigneti interamente in territorio italiano.
Il vino viene venduto in gran parte in Svizzera ma anche in Italia, dove l'azienda ha tenute in Toscana nella zona del Chianti Classico e del Nobile di Montepulciano.
Per il San Domenico le uve fanno un appassimento in fruttaio per 60-70 giorni, poi dopo la vinificazione si parte con l'affinamento in botti di rovere per 18 mesi e altri 12 di affinamento in bottiglia.
Bouquet intrigante di confettura di prugna, foglia di tabacco, mandorle tostate e una leggera venatura di pietra bagnata.
Corpo e struttura ci sono, pieno anche a livello estrattivo del frutto, con tannini già ben levigati.
Ottima persistenza e finale piacevolmente amarognolo.

Sandro Fay Valtellina superiore Camorei

Anche in questo caso un produttore storico della Valtellina che si conferma con questo Valtellina superiore in grado di sorprendere per il giusto rapporto tra struttura e facilità di beva, profumi raffinati e intensi, piacevolezza e complessità espressiva.
Un'ottima soluzione per chi non vuole bere uno Sforzato ma ha necessità di abbinare un vino ad uno spezzatino con polenta.

Gaggiarone Bonarda dell'Oltrepo' Pavese

Per ultimo due vini che non sono solitamente nelle mie corde ma come sempre l'eccezione è d'obbligo oltre che ben gradita.
Il Gaggiarone è un Bonarda insolito, prodotto con uva coltivata secondo metodi tradizionali, basse rese naturali dovuta all'età molto alta delle viti e alla potatura corta, rispetto dei tempi di raccolta, nessuna filtrazione, nessun utilizzo di solfiti e maturazione di in vasche di cemento.
Per questo Bonarda prodotto con Croatina e Uva Rara, si può parlare di un prodotto di tutto rispetto, lontano anni luce da qualsiasi altra Bonarda che solitamente si può trovare in commercio.
Profumi di frutta dolce, amarena, rabarbaro, fiori rossi secchi.
In bocca oltre ad un tannino deciso, ritroviamo freschezza e sapidità e un sorso che non stanca.
Il tutto senza perdere una certa rusticità che lascia il sorso quasi spiazzato.

Calvi Buttafuoco Vigna Montarzolo

La composizione del Buttafuoco di Calvi è Croatina (55%), Barbera (25%), Ughetta (10%) e Uva Rara (10%) e già dai vitigni utilizzati e dalle percentuali si capisce la cura praticamente maniacale per ogni particolare di Calvi.
Ottima prova per questo Vigna Montarzolo che è anche il vino di punta e in cui si riconosce l'azienda, che riesce a coniugare l'eleganza alla ruspante vitalità dei vitigni della zona.
Al naso si passa dalle spezie alla ciliegia sotto spirito, dal cioccolate a ricordi eterei, dai fiori appassiti alle erbe aromatiche, in un blend di inebriante raffinatezza.
Ottimo anche il palato profondo, ricco, opulento, con buon apporto di freschezza e finale particolarmente insistente sulle note di frutta rossa matura.
Chapeaux.

Passiti

Infine per non farci mancare niente abbiamo concluso in bellezza con quattro passiti.
Il Moscato di Scanzo è un esempio di biodiversità enologica da preservare come un panda in estinzione.
Viene prodotto solo nel comune di Scanzorosciate in provincia di Bergamo, ha una resa bassissima e l'uva viene fatta appassire in fruttaio per circa 40 giorni.
Biava è indubbiamente un produttore che ha una cura praticamente maniacale dei suoi pochi ettari di vigneto posti nel punto più alto del monte Bastia.
Raccolta delle uve a metà ottobre, trasferimento in fruttaio fino a metà dicembre quando gli acini disidratati raggiungono la massima concentrazione di zuccheri.
L'impronta olfattiva rispecchia una classe non comune, mentre si apre subito alla aromaticità del vitigno, alle sensazioni di tamarindo e rabarbaro, tabacco dolce su sfondo balsamico.
In bocca si offre morbido ma ben bilanciato da sapidità, freschezza e un tannino delicato e setoso.
Ottimo anche il Moscato di Scanzo di Tallarini e uno stranissimo Cabernet Sauvignon da uve stramature dell'azienda agricola Tosca.















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