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Il Friuli di Parovel e Marinig

Pinot bianco di Marinig

Prepotto è un comune di nemmeno mille abitanti che ha vissuto nel corso degli anni una lenta ma costante diminuzione dei residenti, che evidentemente hanno preferito spostarsi verso Udine o emigrare nelle grandi città del nord in cerca di una vita più movimentata.
Qui oltre all'italiano, viene regolarmente parlato il friulano e anche un incomprensibile dialetto sloveno.
Del resto è territorio di confine ma le barriere, oggi sicuramente più facilmente valicabili, non hanno impedito la contaminazione della cultura contadina nei confronti della vicina Slovenia, accomunata da molti fattori a partire dal terreno e dalle dolci colline coltivate a vite.
Qui le vigne sembrano pettinate tanto sono ordinate, divise da tante strade bianche e poche lingue di asfalto, sullo sfondo dolci colline spesso ricoperte di boschi che garantiscono quella biodiversità necessaria anche alla vite stessa e ancora piccoli paesi raggruppati o case sparse e isolate tra le vigne.
Siamo su quell'estremo lembo di terra italiana che da Udine arriva fino al confine Sloveno, che è stato definito come Friuli Colli Orientali.
Si possono coltivare, sotto l'ombrello della Doc, numerosi vitigni a bacca bianca come Malvasia, Pinot bianco e grigio, Ribolla bianca, Riesling, Traminer aromatico, Friulano oltre ai soliti noti Sauvignon e Chardonny, mentre tra i rossi è possibile trovare Pignolo, Schioppettino, Merlot, Cabernet Franc e Sauvignon oltre al particolarissimo e raro Tazzelenghe.
Tra le tante aziende vitivinicole, moltissime di piccola o media grandezza, troviamo Valerio Marinig, che nei dintorni di Prepotto coltiva otto ettari di terreno con i vitigni tipici della zona; Marinig è stato segnalato su alcune guide di settore già da qualche anno, premiando una scelta di continuo miglioramento qualitativo intrapreso nel corso del tempo.
Ho assaggiato nel corso di una serata-degustazione con amici, l'annata 2014 dei loro Friulano e Pinot grigio, partendo proprio da quest'ultimo.
Annata non facile la 2014, per via delle frequenti piogge che hanno segnato l'intera stagione, anche nei mesi più importanti come quelli antecedenti la vendemmia, dove gli acini d'uva si concentrano di zuccheri e dove è importante che non piova.
Diciamo subito che, pur essendo stati penalizzati in quanto vini bianchi con vendemmia non certo tardiva, non possiamo trovare differenze significative rispetto ad annate precedenti, soprattutto se non si confrontano vini dello stesso stesso tipo e dello stesso produttore (almeno di non essere il campione del mondo dei sommelier).
Pinot bianco di Marinig
Il Pinot grigio dall'origine germanica si è ben adattato in Alsazia e in Friuli, dove marca i suoi tratti caratteristici che consistono nella freschezza, mineralità e delicatezza olfattiva tanto che si abbina quasi sempre ad antipasti, primi piatti semplici e carni bianche.
Dall'aspetto olfattivo a quello gusto-olfattivo il Pinot di Marinig risulta un 'Pinot classico', con le note di frutta bianca matura, scorrevole, fine e dal finale morbido ed equilibrato.
Friulano di Marinig

Il Friulano, sulla stessa scia del Pinot bianco, contiene una sua linearità e gradevolezza di beva, ma risulta più complesso con i sentori di erbe aromatiche, fiori bianchi e una costante mineralità anche al naso.
Al palato è pieno, sapido e appagante, con un tratto di fondo amarognolo, buona progressione e media lunghezza.

Spostandoci ora idealmente a San Dorligo della Valle, paese di meno di 6.000 anime in gran parte posti in Istria, in pieno territorio carsico e nella zona vitivinicola chiamata Collio, quella striscia di terra stretta e lunga che corre parallela al confine sloveno.
Le vigne di questo territorio poggiano su un territorio roccioso e calcareo, friabile e ricco di grotte sotterranee scavate dalla pioggia.
La vite su questo terreno ha vita molto difficile, anche per via del particolare clima della zona, con la bora che soffia fredda d'inverno, che si mescola all'influenza del mare Adriatico, il caldo torrido d'estate .... ma nelle condizioni difficili la vite da il meglio, selezionando autonomamente i grappoli e abbassando le rese in modo naturale.

Venezia Giulia Bianco di Parovel

In questo paese di confine opera Parovel, produttore di Vitovska, Malvasia, Terrano e Refosco.
Oltre ad una ottima Vitovska di cui ho già parlato in un precedente post (vedi articolo correlato), un Igt Venezia Giulia Bianco, dallo stranissimo blend di Malvasia Istriana e Glena (il vitigno del Prosecco), dal colore giallo paglierino, un profilo olfattivo incentrato sulla frutta bianca matura, con sottofondo agrumato, non molto complesso ma abbastanza intenso e leggermente aromatico.
Il sorso è agile, gradevole, coerente con il naso, senza grossi accenti ma piuttosto adatto ai piatti semplici della cucina di tutti i giorni.
Il classico vino da berne a secchiate !!!

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http://baccanera88.blogspot.it/2016/02/viaggio-tra-i-vitigni-autoctoni-la.html





  



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