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La cooperazione che funziona: Gewurztraminer annata 2016 di Cantina di Caldaro



La viticoltura a Caldaro si distingue per l’estrema parcellizzazione su un numero molto elevato di proprietari ognuno con poderi molto piccoli, a volte anche meno di un ettaro.
Questa caratteristica ha spinto naturalmente i proprietari verso una forma di cooperazione che ha trovato nella Cantina di Caldaro la sua naturale realizzazione.
La cantina attuale è la risultante di una fusione avvenuta nel 1992 tra le due cantine storiche del territorio, la Cantina dei Contadini e la Cantina del Giubileo, entrambe fondate all’inizio del secolo scorso.
Come in molte altre zone d’Italia, la parcellizzazione dei vigneti porta alla conseguenza che i soci conferitori non si possano reggere finanziariamente sul lavoro in vigna, che diventa invece un secondo lavoro da svolgere dopo l’attività principale.
Quello che invece distingue queste zone è l’elevato livello qualitativo dell’uva conferita dai soci, aiutati durante tutto l’anno dalla cantina che organizza corsi di aggiornamento, riunioni e sopralluoghi nei vigneti.
In altre zone si sarebbe verificato l’abbandono delle campagne: cosa inconcepibile per gli altoatesini, gente orgogliosa e unita, innamorata della bellezza del proprio territorio, uomini e donne che lavorano la loro terra con passione, se non quasi venerazione.

Tutto questo quadro di insieme non vuole essere un quadro idilliaco, ma la fotografia della realtà da queste parti, che spiegano l’elevato livello qualitativo reso disponibile al giusto prezzo, e che danno vita a vini spesso indimenticabili e dalla spiccata personalità.

Nel caso della Cantina di Caldaro una doverosa citazione la dobbiamo al loro Gewurztraminer.
L’annata 2016 da me assaggiata, non è stata climaticamente delle più facili, a causa di un aprile particolarmente freddo che ha temporaneamente bloccato la crescita, oltre ad un instabile inizio d’estate che si è poi regolarizzato a luglio e agosto.
In questo contesto climatico la bravura dei contadini e il solito eccellente lavoro di selezione svolto in cantina, ha portato ad un vino che potremmo definire la tipica espressione del Gewurztraminer altoatesino.
La vendemmia tardiva unita a pressatura soffice, decantazione naturale e maturazione sulle fecce fini in vasche di acciaio per quattro mesi, sono le principali note tecniche da considerare.

Al naso prevalgono le note di sambuco, litchi e frutta esotica, senza tralasciare una leggera scia minerale e salmastra.

La bocca è piena e fragrante, tesa e diretta, piacevolmente sapida e con finale molto persistente.


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