Passa ai contenuti principali

Baccanera alla prova di assaggio del Pinot Nero Moro di Le Fracce, annata 2015


Il Pinot nero è senza dubbio uno dei vitigni più difficile da coltivare. Scontroso ed esigente, mette a dura prova la bravura di agronomi ed enologi, nonchè di ambiziosi produttori che si vogliono cimentare nella sua produzione.
E se sappiamo che in Borgogna il Pinot nero ha la sua casa d'elezione ed è ormai appurato che riesce bene anche in Oregon, in altre parti del mondo bisogna cercare necessariamente delle microzone di territorio che per particolari condizioni climatiche e di terroir, portano alla produzione potenziale di buoni se non ottimi vini.
Potenziale perchè conta anche la bravura di chi poi deve saperlo trattare in vigna, come in cantina e
non tutti riescono nell'impresa di riuscire a produrre un Pinot nero con le caratteristiche che ti aspetti da un Pinot nero.
Perchè l'altra grande particolarità di questo vitigno è che non ha mezze misure: in commercio ci sono prodotti veramente scadenti e altri che sono buoni o ottimi.
Tra le zone italiane più vocate c'è sicuramente l'Alto Adige, dove le condizioni climatiche estreme esaltano il cultivar del vitigno.
Non nascondo che è stato con un misto di diffidenza e di preconcetti che ho approcciato il Pinot nero di Le Fracce, azienda dell'Oltrepo' pavese situata in quel di Mairano di Casteggio, proprio sul 45° parallelo.
Due piccoli ettari di un terreno ciottoloso e calcareo a 300 metri di altezza, da dove vecchie viti producono pochi preziosi grappoli di Pinot nero, con lavorazione in vigneto in totale assenza di antibotritici e prodotti di sintesi, e con l'utilizzo di speciali funghi naturali che proteggono la pianta dalle patologie più comuni.
La resa come dicevo è molto bassa (50 q.ti per ettaro), su una media di 5000 ceppi, quindi mediamente alta.

Dopo la vinificazione effettuata con particolare cura e con frequenti rimontaggi e svolta la fermentazione malolattica, il vino sosta per 18 mesi in barriques francesi, e poi altri 6 mesi in acciaio prima dell'imbottigliamento.
Il risultato è un Pinot che sa esprimere contemporaneamente eleganza e struttura, di sicuro uno dei migliori Pinot nero assaggiati negli ultimi tempi.
Il boquet è estremamente ampio e variegato dove hanno cittadinanza i profumi varietali di lampone, humus, sottobosco, cuoio, pepe nero, che sfociano dopo diversi bicchieri e un po' di tempo a riposo in un etereo caldo ed elegante.
La bocca è fresca e succosa, ricca di nerbo e capace di concentrare il carattere varietale espresso dal naso e che ti aspetti solo dai grandi Pinot nero.
Bravi quelli delle Fracce, bella prova e avanti così.




Commenti

Post popolari in questo blog

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma...

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment...

STRANGOLAGALLI FIANO 2011 - ALOIS

Indeciso sul vino da bere, mi ritrovo davanti alla mia (scarsa) riserva di bottiglie a osservare etichette e colori. L'occhio mi cade curioso su un Fiano del 2011 dell'azienda agricola Alois di Pontelatone in provincia di Caserta, dalla bottiglia chiara e allungata con una semplice ed elegante etichetta marrone chiaro. Non conoscevo questo piccolo produttore e cerco qualche informazione sul web. Stappato e versato il vino nell'apposito bicchiere che utilizzo per le degustazioni scopro subito un bellissimo colore giallo oro vivace e brillante, che fa pensare ad un vino prodotto con uve raccolte nella piena fase della loro maturità. E' una piacevole parentesi di luce e colore che ricordano l'estate in questo lungo inverno nevoso. Al naso si rivela un po' timido. In gergo Ais si definirebbe abbastanza intenso e abbastanza complesso e ancora abbastanza fine. Al naso è leggermente fruttato e minerale, con sentori di frutta secca. Sicuramente mi aspett...