Passa ai contenuti principali

Barolo Castelletto Docg (2008) - Giovanni Manzone


Barolo Castelletto di Giovanni Manzone

Negli ultimi tempi ho la fortuna di assaggiare diversi ottimi vini piemontesi grazie all'amico Camillo, grande appassionato del Piemonte enologico e in particolare di Barolo e Barbaresco, con il quale sto assaggiando tanti bei prodotti, alcuni anche poco conosciuti.
Nell'ultima degustazione a casa sua abbiamo assaggiato una vera chicca enologica, quel Giovanni Manzoni che a Monforte d'Alba produce tra gli altri il Barolo Castelletto e che ogni anni fa il pieno di premi e riconoscimenti dalle principali guide di settore.
Non sono un tipo che si fa solitamente influenzare dalle guide e per essere ancora meno influenzabile faccio l'esatto contrario di quello che fanno molti: prima assaggio il vino e se mi piace verifico la sua valutazione sulle guide, che nel caso di Giovanni Manzoni sono tutte unanimemente d'accordo sull'alto valore dei suoi vini.

L'azienda Giovanni Manzoni nasce nel 1925, quando l'antenato dell'omonimo Giovanni acquista dei terreni a Monforte d'Alba; oggi Giovanni con il figlio Mauro sono considerati viticoltori seri e scrupolosi, produttori di un Barolo tradizionale non necessariamente severo e rustico, ma piuttosto piacevole, pieno e naturalmente strutturato, con buona estrazione di frutto.
Tutto comunque parte come sempre dalla vigna e quella di Castelletto è considerata un cru piuttosto pregiato, capace di regalare dei vini capaci di posizionarsi in una ideale via di mezzo tra gli strutturati e potenti Barolo di Serralunga d'Alba e la finezza e complessità aromatica di quelli di Verduno.
La vigna di Giovanni Manzoni si trova ad una altezza di 400 metri, con pendenze significative, dove le viti hanno una età di circa 12 anni.
La raccolta del frutto risale alla prima-seconda decade di ottobre, segue una lunga macerazione sulle bucce che dura 30-40 giorni alla temperatura controllata di 28-30 gradi, per permettere la massima estrazione di tutte le sostanze e dei tannini dalle bucce.
L'affinamento avviene in grandi botti di rovere per 30 mesi, a cui segue quasi un anno di riposo in bottiglia.
Il produttore non è certificato biologico, ma segue alcuni criteri che si possono sintetizzare nel lasciare che l'erba cresca naturalmente tra le viti e nel trattenerla a terra dopo lo sfalcio per aiutare la formazione di humus, oltre alla totale assenza di filtrazioni e l'utilizzo di quantità minime di solfiti.
La produzione, che in generale si attesta sulle 50.000 bottiglie tutte prodotte con vigne di proprietà, per questo Barolo Castelletto è di 5000 unità, quindi un numero piuttosto basso e ad un prezzo che franco cantina risulta molto competitivo.

Venendo alla degustazione, nel bicchiere si veste del classico rosso rubino, piuttosto carico e concentrato per essere un Nebbiolo, cosa che può anche spiazzare se si è abituati alla vista del Nebbiolo nel bicchiere.
Il naso è intenso, complesso e variegato, con la frutta succosa in piena evidenza, poi si estende sulle note di confettura di prugna, con una piacevole vena mentolata, per atterrare in una concentrazione finale di liquirizia, cacao, una leggera speziatura, oltre ad un principio di cuoio.
Non manca nulla e il bouquet è davvero invitante, sublime ed elegante.
In bocca si dimostra ancora molto fresco, con tannini piacevoli e amalgamati nel frutto, buona ampiezza e una sapiente dosatura dell'alcol mai eccessivo.
Sul finale, naturalmente lungo, insiste una piacevole vena di sottobosco e funghi porcini.
Che dire se non che si tratta di un bel Barolo in grado di mettere d'accordo un po' tutti, puristi, modernisti, tradizionalisti ..........



Commenti

Post popolari in questo blog

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma

I Cannonau Vigna Sorella e Chidera, annata 2014

Stiamo ancora in Sardegna per parlare di Cannonau, vitigno autoctono dell'isola dalle origini antichissime riscoperto in alcuni vasi di ceramica del XII secolo a.C. Puntuale come il Natale, ho letto di recente dell'ennesima ricerca internazionale che parla del vino rosso e delle sue proprietà antiossidanti, che nel caso del Cannonau pare siano particolarmente importanti. Che lo siano o meno non credo che questo porti a consumare più vino chi solitamente non ne beve, ma di sicuro aiuta la consapevolezza generale che bere poco ma bene, contribuisce a migliorare la qualità della vita oltre ad essere un piccolo tassello di un complicato puzzle, che affiancato a tanti altri comportamenti corretti nella vita di tutti i giorni, può aiutare e influire positivamente sulla salute di ogni individuo. Tornando più direttamente al nostro amato Cannonau, è anche il vino rosso che più di ogni altro richiama alla memoria la Sardegna, con tutto il suo carico di nostalgici ricordi di una