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MONTEFALCO ROSSO RISERVA DOC (2008) - CESARINI SARTORI

Montefalco Rosso di Cesarini Sartori


Molti considerano il Montefalco Rosso come vino di 'ricaduta' del più famoso Sagrantino, un po' fratello povero un po' realtà incompiuta.
Non conosco il territorio umbro di produzione per saperlo; mi limito quindi ad assaggiare il Montefalco della Cantina Cesarini Sartori senza preconcetti e senza grandi pretese, visto anche il prezzo ampiamente dentro la fascia dei vini sotto i 10 euro.

In realtà questo Montefalco usa un interessante blend di Sangiovese, Merlot, Sagrantino e Cabernet in percentuali che non è dato sapere, ma che immagino variabili a seconda delle annate.
E' un venerdì piovoso dai tratti tipicamente invernali quando scendendo in cantina decido di aprire questa bottiglia, che se ne stava appollaiata tranquilla tra un Sagrantino e un Etna Rosso.

I proprietari della Cantina con base a Bastardo, tra Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria, raccontano una storia molto sentita negli ultimi anni e cioè quella di persone che hanno un altro lavoro, spesso ricco di riconoscimenti, ma che gli sta stretto.
Decidono così di lasciare tutto per un podere abbandonato in Toscana o in Puglia (in questo caso Umbria) di cui si sono innamorati in maniera quasi casuale, piantano viti dopo attenti studi di zonazione, sistemano cantine e impianti di imbottigliamento, e finalmente dopo 4, 5 o 6 anni arrivano le prime bottiglie, poi i primi riconoscimenti.
Spesso lavorano biologico se non addirittura biodinamico, con o senza certificazioni, sanno usare i social network, si destreggiano tra follower e like, sono spesso in giro a promuovere il loro vini, siano gli Usa o le fiere dei vignaioli indipendenti.

Stappo la bottiglia e verso nel bicchiere un vino rosso rubino impenetrabile.
Al naso ha un complesso bouquet di confettura di mora e ciliegia, amarena sotto spirito e visciole con un sottofondo di incenso dato dal passaggio in botte grande.
Al sorso ha una spiccata acidità (forse anche troppa), morbidezza data dall'alcol, note di spezie verdi e un tannino grintoso ma un po' polveroso, con un finale lungo che si apre su note terrose.
A mio avviso è un vino giovane, che può e deve ancora affinare in bottiglia per almeno un paio d'anni.
Si abbina con carni rosse e formaggi stagionati.





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