Passa ai contenuti principali

TEROLDEGO, IL VITIGNO AUTOCTONO TRENTINO PER ECCELLENZA



Quando si parla di Teroldego non può non venire subito in mente il Trentino, terra d'elezione di questo rosso autoctono, portato secondo alcuni dall'asia minore nella notte dei tempi, per altri arriva più semplicemente dalla Valpolicella dove era conosciuto con il nome di Tirodola.
Sta di fatto che ha trovato in Trentino e in particolare nella Piana Rotaliana le condizioni ideali per svilupparsi, su un terreno alluvionale formato dai detriti trasportati dal fiume Noce.
È un vitigno piuttosto sensibile alle condizioni pedoclimatiche, tanto che coltivato in altre zone ha prodotto risultati deludenti o comunque molto diversi dal suo standard qualitativo.

Ho bevuto il Teroldego di La Vis, azienda cooperativa trentina con un elevatissimo livello qualitativo medio.
Ultimamente l'azienda, in alcune sue aree di produzione, ha sposato il biologico e l'ecosostenibilita' delle sue produzioni, con prodotti finali di assoluto rilievo come il Gewurztraminer Ai Padri o lo Chardonnay Manci.

Le caratteristiche principali del Teroldego di La Vis sono poche ma chiare e ben individuabili dal primo sorso del primo bicchiere.
Inanzitutto si distingue per un rosso porpora molto intenso, mentre al naso è in primis vinoso, poi si fa largo una accentuata nota di frutti di bosco.
Il sorso è piacevolmente acido, con tannini leggeri, di medio corpo e abbastanza persisitente.
Se vi piacciono i vini territoriali, poco omologati, freschi e piacevoli è da provare. Se invece preferite i vini morbidi, muscolosi, dalla poderosa struttura non è il vino che fa per voi.
Si abbina semplicemente con salumi come speck, formaggi di media stagionatura, alcuni pesci di lago con una particolare tendenza grassa, coniglio arrosto e in generale carni bianche saporite.


Commenti

Post popolari in questo blog

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma...

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment...

Un Chianti Classico tutto d'Oro (by Piccini)

Chianti Riserva Collezione Oro di Piccini Alcuni quando si parla di Chianti hanno ancora in mente la bottiglia da due litri impagliata, contenente un vino diciamo da tavola piuttosto modesto. Il Chianti che invece siamo abituati ad assaggiare a Baccanera di strada ne ha fatta e tanta. Innanzitutto occorre distinguere tra la zona del Chianti e quella del Chianti Classico. La prima è una zona di produzione molto vasta che comprende le colline tra Firenze, Siena, Arezzo, Pistoia e Pisa, le cosiddette sottozone. In genere il Chianti Docg è un vino che si esprime al meglio entro un paio d'anni, tramite l'esaltazione delle note fresche e piacevolmente fruttate. La zona del Chianti Classico ricopre invece una porzione di territorio più limitata, compresa tra i comuni di Siena e Firenze, includendo i comuni di Castellina in Chianti, Radda in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, più una porzione di altri comuni limitrofi. In questa denominazione l'affinamento min...