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FOOD & WINE 2014 - PARTE I



Personalmente rispetto alle grandi manifestazioni preferisco gli eventi dedicati alle singole aziende, magari verticali di 5-6 annate dove si può riscontrare l'evoluzione del vino, l'influenza delle condizioni climatiche o ancora lo stesso vitigno e la stessa annata ma di aziende diverse per capire lo stile di lavoro in vigna e in cantina.
Inoltre in alcune manifestazioni la mancanza di giorni dedicati eslusivamente agli operatori rende tutto molto più caotico e dispersivo sia per i produttori, sia per chi il vino lo vuole degustare, confrontare e ricordare.
Tuttavia devo dire che questa edizione del Food & wine che si è tenuta a Milano nello scorso week end mi è parsa davvero convincente.
Inanzitutto per l'ampio spazio espositivo dedicato, che ha permesso a tutti di potersi muovere piuttosto agevolmente tra i banchi di assaggio dei produttori senza dover fare a sportellate.
Poi per la selezione delle aziende, ampia, in grado di coprire tutte le regioni d'Italia, e anche di buonissimo livello.
Come sempre accade in queste manifestazioni ho dovuto fare una selezione di partenza delle aziende e dei prodotti da degustare a cui mi sono rigorosamente attenuto.

MARCO BIANCO
Il mio primo banco di assaggio è stato Marco Bianco; conosco il suo Moscato che trovo insostituibile con il panettone a Natale, ma ero curioso di assaggiare anche il moscato in versione secco. E Leonhard è un vino davvero unico e inconfondibile, dove prevalgono note piacevolmente amarognole sul palato, timo e salvia al naso.
Infine ho assaggiato il Cane' annata 2003. La sorpresa è stata notevole: vino ancora perfettamente integro, potente nella sensazione pseudoalcolica, frutta a polpa gialla in quantità, struttura da vendere (in un moscato, chi l'avrebbe detto). Quindi sfatiamo pure il mito del moscato che occorre bere entro l'hanno successivo a quello della commercializzazione, almeno per quello di Marco Bianco. Una mia visita alla loro cantina in Santo Stefano Belbo per fare un po' di scorta dei loro prodotti è praticamente assicurata.
Bravi e coraggiosi.

OMINA ROMANA
Azienda laziale a me completamente sconosciuta, con sede e vigne a Velletri, incredibile ma vero. Ancora più interessanti i loro vini, partendo da un semplice ma potente Voigner, per proseguire su un Merlot morbido, vellutato, femmineo ed elegante ed un più maschio Merlot e Cabernet dove primeggiano gli inconfondibili profumi vegetali.
Bella azienda, cordiali e disponibili al banco di assaggio, sono sicuro che non me li scorderò.

ZORZETTIG
Il problema dei vini friulani, al pari di quelli altoatesini, è quello di aspettarsi sempre il meglio. Anche questa volta nessuna delusione. Avevo provato e terminato il giorno prima il loro friulano base, prodotto per la Gdo, trovandolo davvero godibile, fresco, sapido.
Saputo che erano presenti con un loro banco mi sono presentato con una certa dose di curiosità per provare il resto della gamma. Tre bianchi e un rosso. La Malvasia, morbida, rotonda, dai bei profumi di frutta fresca, ideale per le cene tra amici dove non si vuole scontentare nessuno; la Ribolla gialla, con il suo color pompelmo rosa, il profumo e sapore inconfondibili, che non possono lasciare indifferenti, ti piace o non ti piace, senza nessuna concessione al dubbio; per finire con il friulano, un po una via di mezzo tra le morbidezze della Malvasia e le particolarità della Ribolla. Al termine della mia visita ho assaggiato un rosso, Pignolo annata 2011, che nonostante il periodo in legno e  l'affinamento in bottiglia è ancora rustico, anche per una acidità davvero invidiabile che fa pensare ad una interessante evoluzione nel futuro.
Zorzettig vince ci sicuro la palma del miglior rapporto qualità prezzo.




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