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Il passito di Colosi nella cornice di Salina


La storia di Piero Colosi è storia enologica recente.
Negli anni '70 Pietro Colosi lavora con Carlo Hauner, altro grande pioniere del rilancio enologico delle Eolie.
L'avventura proprietaria parte invece nel 1980, quando vengono acquistati 4 ettari che presto diventano 10 in contrada Capofaro, dove neanche a dirlo la Malvasia era già presente da chissà quale tempo ancestrale.
Piero cambia invece il metodo di coltivazione, passando dal classico alberello, che richiedeva una lavorazione completamente manuale, alla più accessibile e redditizia controspalliera a Guyot, anche se tenuta molto bassa per il solito problema del vento incessante che spazza l'isola praticamente tutto l'anno.
Il resto come sempre lo fanno l'influenza del mare, il terreno vulcanico e la perenne scarsità di acqua nei mesi estivi (ma non solo).
In questo suggestivo ambiente fatto di terreno color cenere, terrazzamenti di muretti a secco che degradano verso il mare, in realtà non viene coltivata solo ma Malvasia, ma anche altri vitigni che si sono bene adattati alla vita sulle isole Eolie, come l'Inzolia, comune in gran parte della Sicilia, il Corinto nero, tipico delle Eolie soprattutto Lipari,  e altri vitigni più tipicamente siciliani come il Cataratto, il Nerello Mascalese e Cappuccio.
La tecnica di vinificazione è tradizionale mentre in vigna viene usato solo lo zolfo, anche se i vini di Colosi non hanno la certificazione biologica.

Oltre ai vini secchi, esiste un passito favoloso da uve Moscato, che per rapporto qualità-prezzo è semplicemente strepitoso.
La Malvasia viene lasciata appassire in parte sulla pianta e in parte su graticci all'aperto.
Il suo contenuto minerale e sapido è straordinario e consente al vino di approcciare in maniera perfetta la naturale concentrazione degli zuccheri nel vino, la morbidezza che incanta ma non stanca.
I profumi neanche a dirlo sono strepitosi per intensità, fragranza, aromaticità e naturalezza espressiva e si dipanano come nella tavolozza di un pittore su un amplissimo spettro fatto di camomilla, miele di castagno, note iodate, fichi maturi, agrumi e tanto altro ancora.







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