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La Brianza del vino: l'eclettico Nustranel e il raffinato Càlido


La Brianza avrebbe una lunga storia enologica da raccontare. I vini citati dal Manzoni e dal poeta dialettale milanese Carlo Porta escono in effetti dal passato remoto ed erano prodotti con vitigni autoctoni purtroppo oggi estinti (inzaga, corbera, guernazza, boutascera...).

Da una rilettura di Vino al Vino di Mario Soldati cito testuale: 'Viticolarmente la posizione geografica di tutta la Brianza è quanto di meglio si possa desiderare. Si alza e si affaccia sulla pianura padana, come un immenso spalto tra un ramo e l'altro del lago di Como.

Alti monti la difendono dalle tramontane. Le brume e le nebbie, che salgono dalla pianura padana e dai laghi, la sfiorano fruttuosamente: è chiaro ormai che il vino più delicato e più squisito deriva sempre da uve maturate al limite estremo delle condizioni climatiche e geoponiche necessarie alla vita. . ... Il Montevecchia può essere definito un vino da pasto affascinante ....e per un pasto normale durante un giorno lavorativo addirittura insuperabile'.


Purtroppo (oltre alla fillossera del 1880) la viticoltura della Brianza ha visto anni e decenni nei quali era preferibile edificare capannoni e case sui dolci pendii ben esposti al sole piuttosto che una faticosa e poco remunerativa coltivazione della vite.


Detto questo è con giusto orgoglio brianzolo che vengo a presentare due ottimi prodotti della 'rinata' viticoltura brianzola.

A Montevecchia grazie alla costanza di alcuni contadini locali è sopravvissuta la cultura della vite anche se fino a non molti anni fa solo a livello di passione più che a livello commerciale e con l'utilizzo di vitigni internazionali.

Il Nustranel dell'azienda agricola vitivinicola Valcurone si ottiene con l'insolita composizione di uve schiava lombarda, pinot nero e merlot.

Al naso è vinoso, piacevolmente fruttato e floreale con delicati profumi di frutti a bacca rossa, mentre al palato è giovane e fresco, ideale per accompagnare salumi, carni alla brace, primi piatti con sughi di carne.
Un prodotto semplice e fresco, con quella spiccata acidità tipica dei vini di Montevecchia che come diceva Soldati se non insuperabile è davvero un ottimo prodotto da abbinare ai pasti di tutti i giorni.





Il secondo vino è il Calido, un passito ottenuto da uve di Moscato rosso, dell'azienda agricola La Costa.
La fermentazione avviene a temperature molto basse per ottenere un residuo zuccherino di circa 100g\l, con successivo affinamento per 8 mesi in barrique.
La produzione è tipicamente artigianale e conta 1000 bottiglie l'anno.

I sentori sono principalmente di fragolina di bosco, ciliegia, humus, muschio, ma è sorprendente soprattutto il complesso di questi sentori uniti in una amalgama estremamente elegante e aromatica. 
In bocca è pieno, di una dolcezza fresca che non stanca il palato e che si può abbinare a crostate di frutta alla ciliegia.



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